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Due esplosioni violentissime, secondo alcuni testimoni udite a oltre duecento chilometri di distanza, hanno causato una vera e propria catastrofe a Beirut, capitale del Libano, nella serata di martedì. Il Paese mediorientale, già martoriato da una grave crisi sociale ed economica, torna a vivere un vero e proprio scenario di guerra a causa delle deflagrazioni all’altezza del porto con un’onda d’urto così potente da seminare morte e distruzione anche a diversi chilometri di distanza dal punto esatto delle esplosioni. Il bilancio provvisorio delle vittime è terribile: si parla di oltre 100 morti e più di 4mila feriti. Centinaia anche i dispersi, enormi i danni nelle zone travolte dalle deflagrazioni. Molte le testimonianze diffuse sui social media e in televisione: le sconvolgenti immagini mostrano anche persone rimaste intrappolate sotto le macerie di edifici crollati.
Oltre 300 mila persone, secondo quanto riferito dal governatore di Beirut Marwan Abboud all’agenzia France-Presse, sono rimaste senza casa a seguito delle esplosioni. Secondo una prima stima effettuata nella giornata di mercoledì, i danni materiali ammonterebbero a oltre tre miliardi di dollari.
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Il presidente del Libano Michel Aoun ha dichiarato alla Bbc che a provocare le esplosioni è stato un incendio in un deposito nel porto in cui erano immagazzinate quasi 3mila tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave.
Il ministro della Salute libanese Hamad Hasan ha consigliato ai cittadini della capitale di lasciare la città devastata dalle esplosioni. Secondo quanto riportato dai media locali, il ministro ha affermato che i materiali pericolosi sprigionati nell’aria dopo le esplosioni potrebbero avere effetti anche molto gravi a lungo termine sulle persone.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso il proprio cordoglio attraverso i profili social ufficiali: “Le terribili immagini che arrivano da Beirut – ha scritto su Twitter – descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L’Italia farà tutto quel che le è possibile per sostenerlo”.
“L’Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione”. Queste invece le parole del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ancora su Twitter.
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha scritto su Twitter: “I nostri pensieri sono con tutti quelle persone uccise e ferite nell’esplosione, le loro famiglie e i soccorritori in prima linea. L’Unione europea è solidale ed è pronta a sostenere in queste ore difficili”.
Papa Francesco, all’udienza generale in Vaticano nella mattinata di mercoledì, ha dedicato una preghiera alle vittime della catastrofe: “Preghiamo per le vittime e per i loro familiari. Preghiamo per il Libano, perché con l’impegno di tutte le sue componenti sociali, politiche e religiose possa affrontare questo momento così tragico e doloroso. Possa, con l’aiuto della comunità internazionale, superare la grave crisi che sta attraversando” ha detto il Pontefice.
Il governo della vicina Israele ha immediatamente smentito qualunque tipo di accusa potesse essere mossa nei suoi confronti a livello internazionale e ha offerto al governo del Libano aiuti umanitari. Anche Hezbollah, organizzazione paramilitare libanese, ha dichiarato che le esplosioni non sono state causate da missili.
Segnale di vicinanza tra i due Paesi anche portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee, che ha scritto su Twitter, in arabo: “Abbiamo grande esperienza su come affrontare queste situazioni. È il momento di mettere da parte le controversie“.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che dirigenti militari americani pensano che l’esplosione a Beirut sia stata causata da una bomba. “Ho incontrato i nostri generali e sembra che non sia un incidente industriale – ha detto -. Sembra, secondo loro, che sia un attentato, una bomba di qualche tipo”. Trump ha poi aggiunto che gli Usa si impegneranno nell’invio di aiuti al Libano.
Secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa, tra i feriti ci sarebbe anche un militare italiano, non in gravi condizioni. Altri soldati sono sotto osservazione da parte dei medici, in stato di shock. Fonti del Ministero degli Esteri hanno specificato che la Farnesina, grazie al lavoro dell’Unità di Crisi e dell’Ambasciata in Libano, si è attivata per “prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Paese e continua a monitorare la situazione”.
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