L’Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, un vulcano sottomarino, è esploso sabato 15 gennaio innescando allerta tsunami in tutto il Pacifico. Nel primo aggiornamento ufficiale, il governo di Tonga ha affermato che si tratta di una catastrofe senza precedenti che ha portato tre persone alla morte.
Le isole sono state avvolte dalla cenere, si sono ritrovate senza internet, in black-out elettrico, con le linee telefoniche interrotte.
A causa dello tsunami il cavo sottomarino che collega il resto del mondo alle isole è stato danneggiato e sarà necessario almeno un mese prima di riprendere le comunicazioni.
Ma non solo. La massiccia eruzione vulcanica sottomarina di Tonga potrebbe causare danni duraturi alle barriere coralline, erodere le coste e interrompere la pesca.
Dall’eruzione iniziale, il vulcano ha rilasciato anidride solforosa e ossido di azoto, due gas che creano piogge acide quando interagiscono con l’acqua e l’ossigeno nell’atmosfera. A causa del clima tropicale che innesca frequenti acquazzoni, il timore è che le isole vengano colpite dalle piogge acide. Queste, potrebbero provocare danni alle colture locali, compromettendo la sicurezza alimentare dei tongani. Anche le isole Fiji stanno monitorando la qualità dell’aria mentre le nazioni Unite hanno consigliato alle persone di coprire i serbatoi d’acqua domestici e di rimanere al chiuso in caso di pioggia.
Le immagini di Tonga hanno mostrato le isole avvolte nella cenere, che, cadendo nel mare, potrebbe risultare dannosa per la vita marina.
Già settimane prima dell’eruzione di sabato, i servizi geologici di Tonga avevano avvertito che l’acqua di mare vicina era contaminata da scariche vulcaniche tossiche. Cosa che avrebbe potuto avvelenare i pesci.
Inevitabilmente, l’eruzione ha peggiorato la situazione. L’acqua torbida e piena di cenere vicino al vulcano priverà i pesci di cibo e spazzerà via i letti di deposizione delle uova. Ciò significa che la maggior parte dei pesci potrebbe non sopravvivere mentre la restante sarebbe costretta a migrare, privando gli abitanti di un fondamentale mezzo di sussistenza.
La cenere caduta può anche soffocare le barriere coralline, che a Tonga sono il pilastro di un’industria del turismo che portava fino a 5 milioni di dollari all’anno prima della pandemia di coronavirus.
Anche prima dell’eruzione, le barriere coralline di Tonga erano minacciate da focolai di malattie e dagli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui lo sbiancamento dei coralli e cicloni sempre più forti.
Ora, “vaste aree delle barriere coralline nell’area di impatto immediato a Hunga Tonga sono probabilmente sepolte e soffocate da grandi depositi di cenere vulcanica“, ha affermato Tom Schils, un biologo marino dell’Università di Guam.
Tali eruzioni rilasciano anche più ferro nell’acqua, che può aumentare la crescita di alghe blu-verdi e spugne che degradano ulteriormente le barriere coralline.
Gli tsunami causano anche una rapida erosione costiera e una perdita di barriere coralline influenzerebbe anche la capacità di Tonga di far fronte all’innalzamento delle acque e alle mareggiate. Questa è una forte preoccupazione per Tonga, dove il cambiamento climatico sta facendo aumentare il livello del mare di circa 6 millimetri all’anno, il doppio della media globale.
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