Continua a crescere nei sondaggi il 63enne Éric Zemmour, il giornalista, saggista e polemista francese di estrema destra che punta alla conquista dell’Eliseo nel 2022. Nonostante non abbia ancora annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali, Zemmour avrebbe già conquistato la fiducia del 28% degli elettori d’Oltralpe.
Si preannuncia dunque una sfida difficile per il Président de la République uscente, Emmanuel Macron, che comunque mantiene una fiducia stabile dell’elettorato, con il 40% dei consensi. Zemmour è noto alle cronache soprattutto per le sue posizioni estremiste sui temi più disparati.
L’ultima uscita risale a pochi giorni fa. Il saggista ha commentato una circolare del ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, in merito alla tutela degli studenti transgender nelle scuole francesi. Che, secondo Zemmour, è “criminale”, tanto da paragonare Blanquer a Josef Mengele, il medico nazista celebre per i suoi esperimenti sui detenuti di Auschwitz.
Ma le posizioni del giornalista 63enne non si limitano al confine francese. Lo scorso 5 luglio, ad esempio, in televisione ha sostenuto che l’Italia del Nord avrebbe dovuto essere annessa alla Francia. “I nostri eserciti hanno sempre scorrazzato in Italia perché lì i piccoli Stati, che erano molto ricchi, erano una tentazione per lo Stato francese, le cui truppe erano le più forti d’Europa”, ha detto.
“Quindi abbiamo passato il tempo ad attaccare l’Italia, da Luigi XII a Francesco I, fino ovviamente a Napoleone Bonaparte. Io credo che almeno l’Italia settentrionale avrebbe dovuto essere francese – ha aggiunto –. Non c’è infatti alcuna differenza fra Milano e Nizza, è lo stesso popolo, troviamo la stessa architettura, lo stesso spirito”.
E ha concluso: “Penso, quindi, che ci sarebbe dovuta essere una grande Francia, ma sorvoliamo sul fallimento del mio amico Napoleone”. Ma non mancano nemmeno uscite ritenute razziste e sessiste. Nel 2011, ad esempio, aveva sostenuto che i datori di lavoro “hanno il diritto di rifiutare arabi o neri”. Affermazione che gli è costata una condanna per istigazione alla discriminazione razziale.
Sempre nello stesso anno, parlando dei controlli della polizia, ha dichiarato: “Perché (neri a arabi, ndr) vengono controllati 17 volte? Perché la maggior parte dei trafficanti è nera e araba. È così, è un dato di fatto”. E ha anche affermato che non bisognerebbe dare ai propri figli nomi stranieri come Mohammed.
Infine, Zemmour ha ricevuto pesanti critiche per alcune sue affermazioni sulla parità di genere durante un dibattito televisivo. Durante il quale ha affermato che le campagne contro il sessismo sono “soldi buttati dalla finestra”. Poi la chiosa: “Dentro casa la gente fa ciò che vuole”.
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