Il patron di Tesla, dopo le accuse ai magistrati impegnati nel processo che vede coinvolto Matteo Salvini sul caso Open Arms, è tornato ad scagliarsi contro le toghe italiane, questa volta relativamente ai Cpr voluti dal governo Meloni. Mattarella: “Rispetti la nostra sovranità, l’Italia sa badare a sè stessa”
Dai giudici italiani fino al coinvolgimento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Elon Musk, oltre a essere ormai l’ombra di Donald Trump, attraverso i suoi post su X sta spesso esprimendo le sue posizioni anche su casi della politica italiana, prima con la difesa del leader della Lega imputato nel caso Open Arms, ora sui Cpr voluti dal governo Meloni in Albania. La controversia ha avuto inizio quando Musk ha criticato duramente la decisione del Tribunale di Roma di sospendere il trattenimento di alcuni migranti nei centri di Gjadaer e Shengjin. Secondo il miliardario sudafricano, questi giudici «devono andarsene», commento che ha suscitato una reazione a catena, portando a schieramenti tra chi lo sostiene e chi condanna l’interferenza del magnate americano.
Elon Musk, recentemente nominato da Donald Trump capo del dipartimento per l’Efficienza governativa nella sua futura amministrazione, ha apertamente criticato il sistema giudiziario italiano, affermando che alcuni giudici sono un ostacolo per il Paese. «Questi giudici devono andarsene» ha scritto Musk in un tweet, riferendosi alla decisione del tribunale italiano di non convalidare il trattenimento di sette migranti trasferiti in Albania. Le parole di Musk sono state immediatamente accolte dal vicepremier Matteo Salvini, che ha affermato di trovarsi d’accordo con il miliardario, aggiungendo che «visto dall’estero tutto questo sembra ancora più incredibile». Salvini ha rievocato anche la sua vicenda giudiziaria legata alla gestione degli sbarchi quando era ministro dell’Interno, ricordando che potrebbe ricevere una condanna per il caso della nave Open Arms: «Il 20 dicembre potrei ricevere una condanna a 6 anni di galera per aver bloccato gli sbarchi di clandestini».
Alle parole di Musk ha risposto con fermezza il presidente Sergio Mattarella, senza menzionarlo direttamente, ma chiarendo la sua posizione a difesa della sovranità italiana. «L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, che“sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione», ha dichiarato il presidente. Pur senza attaccare Musk esplicitamente, Mattarella ha sottolineato che chiunque, specialmente chi sta per assumere incarichi di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettare la sovranità dell’Italia e non intromettersi nelle sue decisioni. Le parole di Mattarella sono state lette come una risposta diretta alla critica di Musk sui giudici italiani e alla sua insinuazione di un sistema che, secondo il miliardario, sarebbe dominato da un’«autocrazia non eletta».
Nel mondo politico italiano, le reazioni sono state contrastanti. Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia, ha difeso il diritto del magnate di esprimersi liberamente, citando l’articolo 21 della Costituzione italiana: «Anche lui può esprimersi liberamente, fatevene una ragione». Tuttavia, le dichiarazioni di Musk non hanno trovato consenso unanime nemmeno tra i sostenitori della maggioranza di governo. Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, ha descritto le parole di Musk come «inopportune», mentre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha scelto un approccio più ironico, commentando che «beato lui che è miliardario, potrebbe darmi una mano».
All’interno di Fratelli d’Italia (FdI), il partito di Giorgia Meloni, c’è un’accettazione parziale delle parole di Musk. Fabio Rampelli, esponente di FdI, ha affermato che «i giudici che si oppongono alla nostra politica sui rimpatri sbagliano», ringraziando Musk per il sostegno ma aggiungendo che «non siamo come la sinistra, che sbava per amplificare a livello internazionale le criticità italiane ridicolizzando la nazione».
Sul fronte delle opposizioni, le parole di Musk sono state criticate aspramente. Carlo Calenda, leader di Azione, ha ringraziato Mattarella per il suo intervento a difesa della dignità della nazione, lodandolo per le parole «perfette e tempestive». Anche Pier Luigi Bersani, ex leader del Partito Democratico, ha espresso il suo sostegno al presidente, accusando il governo sovranista di essere «prono e silente» davanti all’ingerenza di Musk. Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) ha sottolineato il silenzio della premier Meloni, affermando che il sostegno di Salvini alle parole di Musk è preoccupante.
L’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), attraverso la voce della vicepresidente Alessandra Maddalena, ha espresso «sconcerto» per la campagna di delegittimazione della magistratura. Maddalena ha criticato la recente strategia del governo di delegare le decisioni sui rimpatri alla magistratura, «scaricando sulla magistratura un insuccesso». In merito alla decisione di sospendere i rimpatri in Albania, la vicepresidente dell’Anm ha commentato che tali misure possono risultare «in contrasto con la normativa internazionale» e che la pressione esercitata sui giudici sembra finalizzata a giustificare una futura «riforma per la separazione delle carriere».
Giorgia Meloni, con l’appoggio del suo partito, ha accelerato il progetto di riforma costituzionale che mira alla separazione delle carriere nella magistratura, una misura che secondo alcuni potrebbe «disinnescare il giogo delle correnti politicizzate». Il disegno di legge, attualmente in fase di discussione alla Camera, dovrebbe arrivare in Aula il 26 novembre per il primo di quattro passaggi parlamentari. Il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto ha spiegato che, anche se il testo non sarà completato, la maggioranza intende proseguire con una «base di testo», senza temere di affrontare eventuali opposizioni.
Il ruolo politico di Musk, confermato con la nomina da parte di Donald Trump, apre un ulteriore interrogativo sulle sue influenze internazionali. Come capo del dipartimento per l’Efficienza governativa negli Stati Uniti, Musk potrebbe trovarsi in un conflitto di interessi, dovendo gestire rapporti istituzionali con l’Italia mentre porta avanti le sue opinioni su temi legati alla politica interna del Paese. L’uomo più ricco del mondo non è soltanto il proprietario di aziende come Tesla e SpaceX, ma anche della piattaforma di comunicazione X e della rete satellitare Starlink, entrambi strumenti che potrebbero amplificare la sua influenza sui temi politici e sociali.
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