Egitto, Di Maio: “Rapporti mai tanto bassi. Chiediamo verità su Regeni”

I rapporti tra l’Italia e l’Egitto non sono mai stati tanto bassi. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. La sua dichiarazione di riallaccia a due casi di cronaca, ormai noti a tutti: la morte di Giulio Regeni e la detenzione di Patrick Zaki. “Il caso Regeni resta irrisolto”, ha sottolineato Di Maio. “Chiediamo che gli ambasciatori europei possano tornare a monitorare i processi”. Anche il caso di Patrick Zaki resta piuttosto nebuloso. Lo studente e attivista egiziano, iscritto al master Gemma dell’Università di Bologna, si trova in carcere da oltre un anno e la sua detenzione continua a essere estesa. Le autorità egiziane l’hanno accusato di aver tentato di rovesciare il regime di Abdel Fattah al-Sisi. Dietro all’arresto, inoltre, ci sarebbero anche gli studi sui Gender Studies svolti all’Università di Bologna e la stesura di una tesi sull’omosessualità.

Di Maio sul ritiro dall’Afghanistan: “Ci coordineremo con gli americani e gli altri alleati”

Rispondendo a una domanda sul rischio che la decisione di dare la cittadinanza italiana a Patrick Zaki ne prolunghi i giorni in carcere, Di Maio ha spiegato che “ci sono principi relativi ai diritti umani che non sono negoziabili e le decisioni del Parlamento restano sovrane”. “Il tema è piuttosto bilanciare la nostra comunicazione, evitare escalation, per liberare Zaki e arrivare alla verità su Regeni”, ha aggiunto. Nel corso dell’intervista, il ministro degli esteri ha anche affrontato la questione del ritiro dall’Afghanistan. “Ci coordineremo con gli americani e gli altri alleati. Inizieremo il primo di maggio e ci aspettiamo che la logistica pesante americana sia l’ultima a partire entro l’11 settembre per facilitare le partenze”, ha spiegato. “Non smetteremo di aiutare il Paese”, ha aggiunto Di Maio. “Del resto, al-Qaeda è stata ampiamente battuta. Osama Bin Laden è morto”.

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