L’Australian Border Force sta indagando su quanto dichiarato da Novak Djokovic per ottenere il suo visto d’ingresso. Il sospetto è che il campione abbia mentito, come scrive il Daily Mail. Sul modulo che viene consegnato a tutti i viaggiatori in arrivo in Australia, Djokovic aveva dichiarato di non aver viaggiato nei 14 giorni precedenti il suo volo per l’Australia. Tra le avvertenze, c’è infatti scritto: “Dare informazioni false o fuorvianti è un reato grave. Potresti anche essere passibile di una sanzione civile per aver fornito informazioni false o fuorvianti”. Ma la sua risposta entrerebbe in conflitto con la cronologia dei suoi recenti movimenti documentati sui social media.
I viaggi di Djokovic tra fine dicembre e inizio gennaio
Nella sua dichiarazione giurata, Djokovic ha detto di avere lasciato la Spagna il 4 gennaio e di aver fatto scalo a Dubai prima di atterrare a Melbourne nella tarda notte del 5 gennaio. Dunque il campione doveva essere in Spagna almeno da 14 giorni prima, e cioè il 22 dicembre alle 13.30 (ora spagnola, le 22.30 a Melbourne). Ma il 25 dicembre ha condiviso sui social alcune foto in cui lo si vede giocare a tennis per le strade di Belgrado. E lo stesso giorno Petar Djordjic, campione di pallamano serbo, ha condiviso una foto in cui posa insieme a Djokovic. “IL SOLO E UNICO!!! Grazie per la foto e per gli auguri”, ha scritto Djokovic.
Le prime riprese di Djokovic in Spagna risalgono a sei giorni dopo, alla vigilia di Capodanno: il campione si allena su un campo da tennis nel sud-est del paese. “Possiamo confermare che Novak Djokovic è pronto per l’Australia, se possibile!”, aveva scritto la Soto Tennis Academy condividendo il filmato. La pena massima prevista per chi fornisce false informazioni è di 12 mesi di carcere. Intanto, si attende ancora l’eventuale decisione del ministro dell’Immigrazione dell’Australia, Scott John Morrison, in merito alla sua espulsione dal Paese.