Non accennano a placarsi i disordini in Francia in seguito alla morte di Nahel M., diciassettenne di origine franco-algerina ucciso da un agente di polizia per aver forzato un posto di blocco. Quella di oggi, sabato primo luglio, è stata la quarta notte caratterizzata da violenze e saccheggi. A poco o nulla sono serviti gli appelli che il presidente Emmanuel Macron ha rivolto ai genitori affinché tenessero in casa i propri figli adolescenti e lo stesso vale per il massiccio dispiegamento della sicurezza nelle strade. In totale sono state fermate più di 1.300 persone. Secondo quanto comunicato dal ministero dell’Interno, il numero esatto sarebbe 1.311, di cui 406 a Parigi e nella vicina banlieue. Inoltre, ci sono stati almeno 79 feriti tra poliziotti e gendarmi.
Nel corso di una visita alla polizia e ai gendarmi a Mantes-la-Jolie, nella banlieue parigina, Gérald Darmanin, il ministro degli Interni francese, ha dichiarato che sarà la Repubblica a vincere. “Non confondo le poche migliaia di delinquenti con la stragrande maggioranza dei nostri connazionali che vivono nei quartieri popolari”, ha sottolineato. Ha poi riferito di violenze di “intensità molto minore” nella notte tra venerdì e sabato, in particolare nell’Ile-de-France.
Nel corso della notte si sono verificati degli scontri tra la polizia e i giovani manifestanti a Vénissieux e a Villeurbanne, nella periferia di Lione. Sono stati poi segnalati dei saccheggi nel centro di Grenoble e di Saint-Etienne dove sono stati presi di mira negozi di abbigliamento, di ottica e di telefonia, oltre a gioiellerie. A Bondy, (Seine-Saint-Denis), nella banlieue parigina, un centinaio di giovani si è ritrovato per derubare il negozio di arredamento Conforama. La polizia ha dovuto effettuare diverse cariche per indurli a disperdersi.
Patrick Jarry, sindaco di Nanterre dal 2004, ha provato a contestualizzare i disordini nel corso di un’intervista concessa a Le Monde. “Ci troviamo di fronte a un episodio particolarmente drammatico, un momento molto difficile, che ci costringerà a riflettere sulle condizioni di intervento delle forze dell’ordine e in particolare di alcune forze dell’ordine, come quelle che martedì mattina sono intervenute facendo uso delle loro armi contro un adolescente, in totale violazione di tutte le disposizioni di legge”, ha spiegato il primo cittadino.
Pur condannando l’assassinio di Nahel, il calciatore Kylian Mbappé e i Bleus della nazionale francese hanno espresso il proprio biasimo per le modalità della protesta. Dalla morte del diciassettenne “assistiamo all’espressione di una rabbia popolare di cui comprendiamo la sostanza, ma di cui non possiamo approvare la forma”. Per i Bleus, “la violenza non risolve niente, ancora meno quando si ritorce comunque e di continuo contro quelli che la esprimono, le loro famiglie, i loro amici e i loro vicini. Esistono altri modi pacifici e costruttivi per esprimersi”.
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