Un’ampia fetta della popolazione russa – il 65-66% – teme lo scoppio di una guerra contro l’Ucraina. Lo rivela un sondaggio di Levada Tsentr, l’istituto demoscopico indipendente più autorevole della Russia, citato dall’agenzia Agi. Secondo il presidente dell’ente, Lev Gudkov, è la prima volta dal 2003 che in cima alle preoccupazioni dei russi c’è un conflitto armato; o meglio una “goryachaya voyna”, ovvero una guerra “calda”, reale (e non potenziale come quella “fredda”).
Nello specifico, i russi hanno soprattutto paura per i propri cari. Timore, quest’ultimo, che peraltro si lega a quello per gli effetti della pandemia di Covid-19 nel Paese. Altro aspetto critico è quello delle conseguenze economiche di un potenziale conflitto. Tanto che il 58% degli intervistati non solo teme la guerra, ma non la vuole. Gudkov afferma poi che uno scontro armato con l’Ucraina appare alla maggioranza della popolazione “assurdo” e “senza motivo”.
Un aspetto particolare è il paragone con il 2014, durante la crisi in Crimea, all’origine delle tensioni fra Mosca e Kiev. In quel caso, infatti, la popolazione temeva le sanzioni, ma non pensava che una guerra fosse possibile. Oggi, invece, il 37% dei russi crede nello scoppio di un conflitto contro l’Ucraina e il 25% contro la Nato. Ad incidere è anche il calo dell’efficacia della propaganda del Cremlino, come dimostrano i dati sui rapporti con gli ucraini: il 45% esprime un atteggiamento positivo; il 43% negativo.
Come incidono invece i venti di guerra al confine orientale dell’Europa sulla popolarità del presidente russo, Vladimir Putin? Stando alle rilevazioni di Levada, la mobilitazione bellica ha portato a un aumento nei sondaggi di quattro punti percentuali, arrivando al 69%, il massimo negli ultimi sei mesi. Dallo scorso autunno il trend era in continuo calo. Di contro, però, se il “mostrare i muscoli” di Putin a Usa e Ue dovesse concretizzarsi in un conflitto vero e proprio l’impatto sulla sua popolarità sarebbe assolutamente negativo.
Basti pensare che – afferma Gudkov – per il 56-58% dei russi aumenterebbero le proteste oltre che la sfiducia verso le politiche del leader del Cremlino. Un’altra novità rilevata dall’istituto statistico, è che al terzo e quarto posto nel ranking delle preoccupazioni attuali ci sono il ritorno alle repressioni di massa e al terrore. Ipotesi, queste, che riguardano non solo oppositori politici (i prigionieri sono 1.500) come Alexei Navalny, ma anche funzionari degli apparati statali, di cui il 10-12% è finito sotto processo negli ultimi sei anni.
Cosa ne pensano, invece, gli europei di un conflitto in Ucraina? Un conflitto che – rivela un sondaggio dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr) – sembra quasi scontato. La maggioranza degli intervistati, infatti, crede che la Russia invaderà l’ex Stato sovietico: la pensa così il 52% in Italia e Germania; il 51% in Francia; il 55% in Svezia; il 64% in Romania; il 73% in Polonia. Solo in Finlandia lo crede meno della metà della popolazione (44%).
Quanto a un intervento in difesa di Kiev, infine, i più titolati a farlo sarebbero la Nato e l’Ue. Lo credono rispettivamente il 64% (per l’Unione europea) e 67% (per l’Alleanza atlantica) degli italiani; il 47% e 50% dei tedeschi; il 53% e 55% dei francesi; il 61% e 64% degli svedesi; il 57% e 63% dei rumeni; l’80% e 79% dei polacchi; il 56% e 59% dei finlandesi.
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