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MONDO

Cos’è la neutralità climatica: in Svizzera ora è legge e in Italia?

Il raggiungimento della neutralità climatica è diventato legge in Svizzera!

Con il 59,1% dei voti favorevoli, la nuova legge sul clima è stata approvata, portando così lo Stato elvetico a impegnarsi concretamente per ridurre le proprie emissioni di gas serra nei prossimi anni, come già stabilito in maniera formale con la sottoscrizione dell’Accordo di Parigi nel 2017.

È così che la Svizzera ha reso vincolante il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Una decisione che comporterà una netta accelerazione nella transizione verso le fonti d’energia rinnovabile e una netta riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili.

Perché è stata presa questa decisione? Cos’è la neutralità climatica? Com’è messa l’Italia?

Proviamo a rispondere a tutte queste domande.

Neutralità climatica, cos’è?

La neutralità carbonica consiste nel raggiungimento di uno stato di equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento del carbonio.

Una condizione che implica il raggiungimento delle emissioni annue di CO2 (causate dall’uomo, direttamente o indirettamente, ndr) pari a zero entro un certo lasso di tempo.

A livello pratico, neutralità carbonica significa che ogni tonnellata di CO2 antropogenica emessa che non viene rimossa, deve essere compensata da una pari quantità di CO2 rimossa.

Lo stesso identico concetto che si cela dietro la definizione di neutralità climatica, la quale però si estende a zero emissioni nette di gas serra di origine antropica.

Immagine | Pexels @Pixabay – Newsby.it

La neutralità climatica riguarda, quindi, sia le emissioni di carbonio che degli altri gas, ovvero di quelle componenti che risultano avere un impatto diretto sul cambiamento climatico.

Per questo, molti Paesi europei hanno iniziato a creare un piano che possa portarli al raggiungimento della totale neutralità climatica entro una data stabilita. Esattamente ciò che è appena avvenuto in Svizzera, con il voto positivo ottenuto nelle urne dalla nuova legge.

I Paesi dell’Unione Europea, in particolare, si sono impegnati a rendere l’Unione climaticamente neutra, con un piano che prevede la diminuzione di almeno il 55% delle emissioni entro il 2030 (prendendo come parametro di partenza quello fatto segnare nel 1990, ndr).

Ciò dovrebbe favorire sensibilmente la transizione ecologica, spingendo la sostituzione dei combustibili fossili con forme energetiche più pulite e rinnovabili.

L’obiettivo dell’UE è quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, proprio la stessa data limite scelta anche dalla Svizzera, Stato che non fa parte dell’Unione Europea, ma che persegue la propria politica europea sulla base di accordi bilaterali settoriali.

Il voto avvenuto ieri, 18 giugno 2023, ha visto la partecipazione di quasi il 42% della popolazione svizzera avente diritto di voto (una percentuale ritenuta abbastanza bassa dagli esperti, ndr), la quale ha espresso un parere positivo con una percentuale del 59,1%.

È così che il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 è diventato legge in Svizzera.

Ciò significa che entro tale data lo Stato elvetico dovrà raggiungere un saldo netto delle emissioni di gas serra pari a zero. Come? Riducendo progressivamente il consumo di petrolio e gas (fossili, ndr) ed erogando incentivi finanziari per sostituire i riscaldamenti inquinanti con impianti rispettosi del clima.

Per quei settori che non potranno fare a meno di emettere gas serra, come l’agricoltura per esempio, sarà previsto inoltre l’uso di tecnologie di prelievo e stoccaggio di CO2.

Anche la transizione verso le energie rinnovabili subirà una spinta, promuovendo un maggiore utilizzo di forza idrica ed energia solare.

Un insieme di azioni che permetterà alla Svizzera di ridurre la propria dipendenza dalle fonti energetiche fossili importate dall’estero, rafforzando la produzione di energia interna alla Nazione.

Com’è messa l’Italia?

Purtroppo, l’Italia al momento vede come un miraggio il raggiungimento di un risultato analogo a quello fissato dalla Svizzera.

Secondo quanto espresso dal rapporto “10 Key Trend sul clima” elaborato lo scorso aprile da Italy for Climate, l’Italia attualmente sta percorrendo una strada che la porterà ad azzerare le proprie emissioni di gas serra soltanto nel 2220. Una data disarmante se paragonata al 2050.

Nonostante il calo dei consumi di energia, le emissioni di gas serra nel Belpaese nel 2022 sono state pressoché le stesse di quelle registrate l’anno precedente, ovvero circa 418 milioni di tonnellate di CO2.

Come dichiarato dagli esperti, l’Italia dal 2014 ha tagliato in media ogni anno 2 milioni di tonnellate di gas serra e, continuando di questo passo, il nostro Stato riuscirà ad azzerare le emissioni non prima del 2220.

Ben più in là, dunque, della data limite indicata dall’Unione Europea – il 2050 – e motivo per cui l’Italia deve iniziare concretamente a dare un’accelerata al proprio piano di transizione ecologica.

La crisi dei prezzi dell’energia e i sempre maggiori impatti determinati dalla crisi climatica hanno influenzato negativamente la transizione verso la neutralità climatica in Italia, Paese in cui anche la crescita delle rinnovabili risulta insufficiente.

L’Italia, quindi, al momento è in netta difficoltà sul fronte energetico, motivo per cui pare impossibile ad oggi seguire un modello simile a quello appena diventato legge in Svizzera.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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