A un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19, nemmeno l’inizio della campagna vaccinale sembra riuscire a dare il definitivo slancio di ottimismo. La gestione della distribuzione delle dosi è oggetto di polemica in diversi Paesi, Italia compresa. E anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità frena qualsiasi tipo di entusiasmo definendo “irrealistica” la possibilità che l’epidemia sia sconfitta entro la fine del 2021.
Nel frattempo proseguono le spaccature all’interno dell’Unione Europea. Dopo l’Ungheria, che ha deciso di adottare il vaccino cinese di Sinopharm, anche l’Austria ‘rompe’ con l’Ue e annuncia la produzione indipendente di un vaccino di seconda generazione.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Ginevra il dottor Michael Ryan, direttore esecutivo del Programma di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha definito il virus “sotto controllo” grazie alle campagne vaccinali che stanno iniziando ad alleggerire la pressione sui reparti di terapia intensiva. Il medico, però, ha anche spiegato che, a suo parere, è “prematuro e irrealistico credere che finiremo di lottare contro il virus entro la fine di quest’anno”.
Ryan ha comunque lodato le campagne vaccinali intraprese in tutto il mondo. Ha inoltre sottolineato che vaccinare le persone fisicamente più deboli e gli operatori sanitari contribuirà in maniera determinante ad evitare che la situazione della pandemia sfugga nuovamente al controllo dei Paesi più colpiti.
Nel frattempo, proprio la campagna vaccinale è tema di forti polemiche all’interno dell’Unione Europea. A meno di ventiquattr’ore dalla spaccatura dell’Ungheria (l’ennesima da parte del premier Viktor Orban nei confronti di Bruxelles), che si è acccordata con Sinopharm per ricevere dosi del vaccino sviluppato in Cina, arriva la ‘rottura’ con l’Ue anche da parte dell’Austria.
Il cancelliere Sebastian Kurz ha annunciato martedì che il suo Paese non farà più affidamento all’Ue per la distribuzione dei vaccini. Lavorerà invece assieme a Israele per la creazione di un vaccino indipendente di seconda generazione. Come l’Austria, anche la Danimarca è vicina a una decisione simile, secondo il Financial Times. Altri Paesi potrebbero seguire a ruota.
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Se l’Oms parla di virus sotto controllo, la situazione in Italia sembra invece preoccupare le autorità sanitarie. Il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, ha lanciato un vero e proprio allarme in questo senso. “Siamo preoccupati dell’andamento della patologia e dell’epidemia” ha detto.
A margine di un vertice tenutosi nella serata di lunedì a Palazzo Chigi, Miozzo non si è sbottonato troppo con i cronisti sulle prossime decisioni dell’esecutivo, anticipando solo la chiusura degli edifici scolastici nelle zone rosse. “Sarà comunque il presidente Draghi a comunicare martedì tutte le novità” ha poi aggiunto il coordinatore del Cts.
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