Evan Gershkovich, giornalista statunitense che collabora con il Wall Street Journal, è stato arrestato in Russia, precisamente a Ekaterinburg, con l’accusa di spionaggio. Secondo quanto riferito da Interfax, che cita un comunicato dei servizi d’intelligence interni Fsb, il reporter 32enne era regolarmente accreditato presso il ministero degli Esteri, dunque la sua attività sul territorio russo era ben nota alle autorità. Le accuse a suo carico sono gravi e potrebbero avere delle ripercussioni pesantissime sul suo futuro. Tramite un comunicato, l’Fsb ha dichiarato che Gershkovich “agendo su istruzione della parte americana, raccoglieva informazioni coperte dal segreto di Stato sull’attività di una delle imprese del complesso industriale militare russo”.
L’arresto è stato confermato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale ha dichiarato che “non si parla di sospetti, è stato colto in flagrante“. Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, ha aggiunto che le attività del corrispondente del Wall Street Journal a Ekaterinburg non avevano “nulla a che fare con il giornalismo“. “Purtroppo non è la prima volta in cui lo status di corrispondente estero viene usato nel nostro Paese per coprire attività che non sono giornalismo“, ha aggiunto la portavoce.
L’accusa di spionaggio si basa sull’articolo 276 del Codice penale, che punisce il reato con condanne fino a 20 anni di reclusione. Gershkovich, nato da genitori originari dell’ex Unione Sovietica ma residenti negli Stati Uniti, conosce il russo e prima di essere assunto al Wall Street Journal ha collaborato con l’agenzia Afp e per la testata russa in lingua inglese Moscow Times. Prima di essere arrestato stava lavorando a un articolo sul gruppo Wagner e sulle opinioni dei cittadini russi sui mercenari di Prigozhin. L’arresto sarebbe avvenuto in un ristorante di Ekaterinburg dopo il giornalista aveva appena incontrato una sua fonte.
In seguito all’inizio dell’invasione dell’Ucraina, molti giornalisti indipendenti che lavoravano in Russia hanno lasciato il Paese, ma alcuni professionisti stranieri hanno comunque proseguito il loro lavoro all’interno della Federazione Russa. Tra di loro c’era anche Gershkovich. Una delle prime persone ad allarmarsi per la sorte del reporter è stata Yaroslav Shirshikov, l’esperto di pubbliche relazioni che l’ha accompagnato a Ekaterinburg. Su Telegram ha spiegato di aver ricevuto una telefonata durante la notte da un dipendente del Wall Street Journal che non era riuscito a mettersi in contatto con il collega. Nel corso di un’intervista con il sito 66.ru, Shirshikov ha spiegato di aver visto per l’ultima volta online Gershkovich attorno alle 15:00 di mercoledì 29 marzo. “Aveva organizzato un’intervista con me”, ha spiegato.
A confermare l’ipotesi dell’arresto è stato Dmitry Kolezev, giornalista di Ekaterinburg attualmente all’estero, che ha ricevuto l’informazione da due delle sue fonti. “Presumo che il motivo dell’arresto sia stato il lavoro giornalistico di Evan”, ha riferito il cronista al Moscow Times. Secondo Shirshikov l’arresto sarebbe avvenuto mercoledì 29 marzo, quando, secondo quanto riferito, gli agenti di sicurezza sono entrati in un ristorante di Ekaterinburg e hanno portato via un uomo con un maglione sopra la testa su un minibus.
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