L’incendio divampato nella zona dell’ex centrale nucleare di Chernobyl potrebbe avere delle conseguenze negative sulla salute dei cittadini bielorussi e ucraini, soprattutto tra i più giovani. A lanciare l’allarme è l’Associazione Mondo in Cammino, che dal 2005 aiuta i bambini contaminati a seguire stili alimentari e di vita utili a ridurre i danni della radioattività. I fumi neri provocati dal rogo, che ha rischiato anche di coinvolgere il vecchio reattore che esplose nel 1986, possono causare dei problemi respiratori, aggravando il quadro clinico di chi è positivo al coronavirus Sars-CoV-2. Inoltre, l’incendio mobilizza gli elementi radioattivi ancora presenti nel suolo.
Come spiega Massimo Bonfatti, il presidente dell’Associazione Mondo in Cammino, degli incendi imponenti come quello divampato lo scorso 4 aprile possono mobilizzare fino all’8% del Cesio 137 liberato dall’incidente nucleare del 1986, che si incorpora soprattutto nei bambini, danneggiando le fibre cardiache e provocando già in tenera età infarti, trombosi e ictus. “Gli elementi radioattivi rilasciati dalla combustione degli alberi si muovono nell’atmosfera tramite i venti, si spostano per lunghe distanze e si depositano sui terreni, contaminandoli o ricontaminandoli”, aggiunge Bonfatti. Il Coordinamento Emergenze dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare spiega che in Italia non è stato registrato alcun aumento di radioattività riconducibile all’incendio divampato nei pressi dell’ex centrale nucleare di Chernobyl.
A distanza di 34 anni dal disastro di Chernobyl, sono ancora numerosi i bambini che soffrono di disturbi cardiaci e alterazioni tiroidee. In questo momento, oltre 600 minori, molti dei quali immunodepressi, stanno affrontando un doppio rischio sanitario: da un lato la pandemia di Covid-19, dall’altro gli effetti delle sostanze radioattive potenziate dagli incendi. Una situazione difficile, a cui si aggiunge l’emergenza economica causata dai roghi. Le fiamme, infatti, hanno danneggiato vari villaggi ucraini situati vicino ai focolai dell’incendio, a nord ovest di Kiev. Molti abitanti hanno perso la casa e il lavoro, oltre a fonti di sostentamento come gli orti e gli animali da allevamento.
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