Una nuova copertina molto divisiva, questa volta incentrata sul presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. L’ha scelta il settimanale satirico Charlie Hebdo, scatenando ancora una volta moltissime polemiche. Che stavolta sono destinate a spostarsi addirittura alla Procura generale di Ankara.
Charlie Hebdo ha infatti deciso di rappresentare Erdogan in un disegno fortemente trasfigurato e fin troppo grottesco. Il presidente della Turchia appare in boxer, con una bibita in mano. Nel frattempo guarda verso il lettore con un’espressione divertita e la lingua fuori dalla bocca. Con una mano alza la gonna di una donna con il velo, scoprendole il fondoschiena. Quest’ultima esclama: “Uuh, il profeta!“. A margine della vignetta (che porta la firma di Alice), compare la didascalia “Erdogan, nel privato, è spassosissimo“.
Un’altra scelta piuttosto discutibile da parte di Charlie Hebdo, con la procedura giudiziaria avviata dalla Procura generale della Turchia e il settimanale francese finito sotto inchiesta. Peraltro Erdogan è alla seconda denuncia in poche ore per altrettante caricature. Poco prima ne aveva infatti presentata un’altra a carico del leader dell’estrema destra olandese, Geert Wilders, che he aveva pubblicata un’altra su Twitter.
La storia delle polemiche incrociate tra Erdogan e Charlie Hebdo non è certo nuova, ed esplose quando il leader turco accusò la rivista per aver ripubblicato le vignette su Maometto. I toni si sono ulteriormente inaspriti dopo il barbaro omicidio del professore Samuel Paty, un caso di cronaca nera che ha sconvolto l’opinione pubblica di tutto il mondo.
Paty aveva mostrato ai suoi studenti proprio le caricature di Maometto diffuse da Charlie Hebdo, e il discorso molto severo del presidente francese Emmanuel Macron aveva attirato le critiche di Erdogan. Che addirittura aveva parlato di possibili problemi mentali dell’attuale inquilino dell’Eliseo. Ora la nuova vignetta, che il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin, ha stigmatizzato su Twitter. Parlando del settimanale satirico (che non cita per nome) come di una rivista “che non ha rispetto per alcun credo, alcuna sacralità e alcun valore” e il cui obiettivo è quello “di seminare odio e ostilità“.
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