“Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un killer?”. “Lo penso”. Così il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, alla domanda postagli dal giornalista George Stephanopoulos di Abc. Nello stesso momento il capo della Casa Bianca ha promesso che il leader del Cremlino “pagherà un prezzo” per aver tentato di influenzare le elezioni presidenziali del 2020.
La reazione di Mosca alle parole di Biden su Putin
Non accenna quindi a calare la tensione tra Casa Bianca e Cremlino. I toni da Washington somigliano molto a quelli di una guerra fredda. E non si è fatta attendere la reazione di Mosca, con il presidente della Duma, Viaceslav Volodin, che ha criticato il presidente Usa affermando che “gli attacchi” contro Putin “sono attacchi contro il nostro Paese”. “Biden con la sua dichiarazione ha offeso i cittadini del nostro Paese, è un’isteria causata dall’impotenza. Putin è il nostro presidente e gli attacchi contro di lui sono attacchi contro il nostro Paese”, ha scritto Volodin su Telegram secondo l’agenzia Ria Novosti.
Non è comunque esclusa una collaborazione tra i due Paesi
L’intelligence americana martedì aveva diffuso un rapporto secondo il quale Putin ha autorizzato operazioni volte a screditare la candidatura di Biden e a sostenere quella di Donald Trump, minando la fiducia dell’opinione pubblica nel processo elettorale e seminando divisioni per esacerbare le divisioni socio-politiche negli Usa. Queste sono le conclusioni del rapporto declassificato sulle interferenze nelle elezioni americane del 2020, diffuso dalla direzione della National Intelligence. In ogni caso ci ha pensato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, a respingere le accuse, definendole “completamente infondate”. Nonostante la convinzione che Putin sia un assassino, Biden ha sostenuto che è possibile “lavorare insieme” laddove ci sono “interessi comuni”, come riferisce Axios, dando conto dell’intervista. Un esempio è l’estensione dell’accordo per il controllo delle armi nucleari New Start.