Nel 2016 il cargo responsabile dell’incidente di Baltimora urtò contro l’ormeggio mentre provava a lasciare il porto di Anversa, in Belgio. Le condizioni climatiche erano ideali per la navigazione
Si cercano risposte a Baltimora, dove una nave cargo ha urtato uno dei piloni del ponte Francis Scott Key Bridge e ha causato il crollo dell’intera infrastruttura. L’incidente ha fatto precipitare veicoli e persone nelle acque gelide del fiume Patapsco, tra cui sei operai che, nonostante gli sforzi dei sommozzatori, sono ancora dispersi. Le probabilità che siano ancora vivi, considerando le temperatura dell’acqua e il tempo trascorso dal crollo del ponte, sono prossime allo zero. Le domande sulle dinamiche dell’incidente sono tante e molte riguardano la nave cargo Dali, sulla quale svetta la bandiera di Singapore, che già in passato era stata coinvolta in un incidente, anche se meno grave di quello che ha scosso il Maryland e il mondo intero nelle ultime ore.
L’autorità portuale di Singapore si è affrettata a chiarire che nel corso del 2023 la Dali aveva superato due ispezioni e che le certificazioni che attestano l’integrità strutturale e delle attrezzature della nave portacontainer erano valide al momento dell’incidente. Il cargo, largo 48 metri e lungo 300, è stato costruito nel 2015 e prima dell’impatto con il pilone del ponte era diretto a Colombo, città che avrebbe dovuto raggiungere il 22 aprile.
Secondo quanto riferito dall’Associazione dei comandanti degli Stati Uniti, la Dali è andata in “blackout totale” poco prima che si verificasse l’urto e a nulla sono serviti i tentativi del pilota per farla rallentare ed evitare che andasse alla deriva verso il ponte. “La nave ha perso la potenza del motore e l’energia elettrica”, ha spiegato Clay Diamond, direttore esecutivo e consigliere generale dell’American Pilot Association, parlando con la CNN.
Nel 2016 la Dali fu coinvolta in un incidente nel porto di Anversa, in Belgio. Durante le manovre necessarie per lasciare il porto, il cargo urtò contro l’ormeggio nonostante le condizioni climatiche favorevoli alla navigazione. Come riportato dal sito Vesselfinder, l’imprevisto fu causato da un errore del comandante e del pilota di bordo. L’impatto con il muro di pietra della panchina, dovuto a uno slancio eccessivo a poppa, provocò delle brecce vicino alla linea di galleggiamento, che resero necessarie delle riparazioni dell’imbarcazione.
Parlando con Reuters, un portavoce del porto di Anversa ha dichiarato che “come regola generale, in seguito a questo tipo di incidenti viene sempre avviata un’indagine e le navi sono autorizzate a ripartire solo dopo che gli esperti hanno appurato che ciò possa avvenire in sicurezza”. Ciò ovviamente avvenne anche nel caso della Dali. Inoltre, in seguito all’incidente le autorità non segnalarono infortuni o rilascio di sostanze inquinanti. Per quanto riguarda l’equipaggio a bordo del cargo, è difficile stabilire con certezza da chi fosse composto. Secondo quanto riportato da Vessel Finder, al momento dell’incidente la nave, di proprietà della compagnia greca Oceanbulk Maritime, era stata noleggiata da Maersk.
In seguito al crollo del ponte di Baltimora, l’autorità portuale di Singapore ha riferito che al momento dell’impatto l’equipaggio della Dali era composto da 22 persone. Maersk ha dichiarato che nessuna di esse fa parte del suo personale e che la nave era operata dalla compagnai di navigazione Synergy Marine Group.
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