Spagna in lutto per le devastanti alluvioni nella provincia di Valencia: la visita dei reali e del premier Sanchez incontra proteste di una popolazione esausta e in cerca di aiuto
La Spagna è ancora sotto shock per le devastanti alluvioni che hanno colpito il paese, soprattutto nella provincia di Valencia. Al momento, il bilancio delle vittime è salito a 217, ma molte persone risultano ancora disperse. La situazione, già drammatica, ha suscitato forti tensioni anche con le autorità.
Quando il re Felipe VI e la regina Letizia, accompagnati dal premier Pedro Sanchez, sono arrivati a Paiporta, una delle aree più devastate, sono stati accolti da manifestazioni di protesta da parte della popolazione locale, visibilmente provata dalla tragedia.
Il dolore dei cittadini, che scavano senza sosta insieme ai soccorritori, si è trasformato in rabbia. A peggiorare la situazione, anche la presenza di Carlos Mazón, presidente della Generalitat Valenciana, già criticato per aver inizialmente negato l’emergenza e per i ritardi nei soccorsi. In questi giorni è stato fortemente contestato per la scelta di limitare l’accesso dei volontari in undici comuni della zona più colpita.
Il clima di esasperazione è tangibile: una donna, in lacrime, ha supplicato il re di non abbandonare la popolazione, come riportato dall’emittente RTVE. La visita, inizialmente programmata per continuare a Chiva nel pomeriggio, è stata annullata a causa dell’intensità delle contestazioni, durante le quali il premier è stato colpito da un bastone. La regina Letizia, dopo essersi fermata ad ascoltare alcune donne, ha mostrato la sua commozione, scoppiando in lacrime.
A conclusione della visita, Sanchez ha espresso solidarietà e comprensione per la sofferenza della popolazione, ma ha anche condannato gli episodi di violenza. Le parole del premier non sono bastate però a calmare gli animi di chi, dopo giorni di tragedia e sconforto, sente di non avere ricevuto il necessario supporto dalle istituzioni.
Intanto, i soccorritori continuano le ricerche in condizioni difficili, con l’auspicio di ritrovare in vita le persone ancora disperse. Alcuni ritrovamenti hanno dato speranza: una donna è stata rinvenuta viva dopo quattro giorni, aggrappata alla cognata, e un’altra è stata trovata ancora in vita all’interno della propria auto, rimasta bloccata in un sottopassaggio.
Tuttavia, scene come quella del parcheggio sotterraneo del centro commerciale Bonnaire ad Aldaya, descritto dai soccorritori come un “cimitero con un numero di morti incalcolabile”, rivelano la portata del disastro. In questa zona, le squadre specializzate, tra cui i sommozzatori, stanno lavorando incessantemente per recuperare i corpi intrappolati e per trovare le oltre venti persone ancora disperse.
Fernando Carrillo, comandante dell’Unità Militare di Emergenza (Ume), ha dichiarato che le ricerche continueranno senza sosta, “strada per strada, casa per casa,” con l’obiettivo di riportare i dispersi alle loro famiglie. Le autorità locali e i soccorritori sono in allerta continua, dato che altre aree, come Almeria, sono attualmente in stato di allarme rosso per ulteriori piogge. In più, è scattata un’allerta arancione su tutta la costa nord di Valencia e sulla costa sud, a partire dalle nove di questa mattina, poiché le previsioni meteo indicano nuove precipitazioni intense.
Questa tragedia ha riportato alla luce una serie di criticità, tra cui le vulnerabilità delle infrastrutture di alcune aree e le difficoltà organizzative in situazioni di emergenza. Molti cittadini e osservatori hanno criticato le istituzioni per i ritardi nelle risposte, ritenute inadeguate e tardive. In diversi casi, le decisioni delle autorità hanno aggravato il risentimento della popolazione, che si sente abbandonata e non sufficientemente tutelata.
Oltre alla perdita di vite umane, il disastro naturale ha lasciato dietro di sé danni ingenti. Numerosi edifici sono stati distrutti o gravemente danneggiati, strade e infrastrutture compromesse, e la rete elettrica e idrica in molte aree è fuori uso. La situazione sta peggiorando il disagio e aumentando il senso di frustrazione della popolazione locale.
Le immagini dei reali spagnoli e del premier Sanchez tra la folla disperata sono emblematiche del dolore e della sofferenza collettiva di queste comunità, ma non sembrano bastare per dare un senso di reale vicinanza da parte delle istituzioni.
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