Afghanistan: raccoglie 7 milioni per evacuare civili, ma i voli non partono

Raccoglie oltre sette milioni di dollari in donazioni per contribuire all’evacuazione dei civili dall’Afghanistan; ma il piano fallisce, e nessun volo è mai decollato. È l’incredibile scoperta del Washington Post, che in questo articolo racconta la storia di Tommy Marcus, 26 anni, star di Instagram noto sui social come ‘Quentin Quarantino’.

Marcus, influencer da 690mila follower, il 17 agosto ha avviato una raccolta fondi per pagare dei voli da Kabul per poter aiutare nelle evacuazioni dal Paese, ora sotto il controllo dei talebani. Il nome in codice del progetto era ‘Operation Flyaway’ e lo stesso Marcus lo aveva definito un “miracolo” che avrebbe aiutato migliaia di rifugiati a salvarsi.

‘Operation Flyaway’, la raccolta fondi

L’obiettivo iniziale era di 550mila dollari. Soldi sufficienti per pagare due aerei con almeno 300 persone a bordo. L’iniziativa, però, ha riscosso molto più successo del previsto. In totale, infatti, Marcus ha raccolto ben 7,2 milioni di dollari, promettendo che “ogni singolo centesimo” sarebbe servito o per finanziare i voli per aiutare gli afghani tramite delle organizzazioni no-profit.

Eppure, non tutto è andato secondo i piani. Dieci giorni più tardi, il 27 agosto, in una videoconferenza con gli altri promotori l’influencer 26enne ha detto che stava “perdendo le speranze” sulla buona riuscita del progetto. La maggior parte dei soldi raccolti, infatti, sono andati di fatto sprecati. Secondo il Post, 3,3 milioni di dollari ad esempio sono serviti per pagare aerei mai decollati dall’Afghanistan.

Oltre tre milioni per dei voli cancellati

Dopo l’attentato all’aeroporto di Kabul, le autorità hanno cancellato i voli, senza però rimborsare i passeggeri. A quel punto gli organizzatori della campagna hanno puntato su compagnie private. Ma, anche in questo caso, nulla è andato per il verso giusto. Altri 2,8 milioni sono infatti finiti a una compagnia di charter di proprietà di un uomo d’affari neozelandese che – rivela il quotidiano statunitense – è sotto indagine per frode.

In un’intervista al Post, comunque, si dice fiero di quanto fatto. Parte della somma raccolta ha comunque aiutato delle Ong presenti in Afghanistan a salvare dei civili e la star di Instagram sostiene che alcune operazioni sono tuttora in corso. “Delle persone sono vive grazie a ‘Operation Flyaway’ – dice il 26enne –. Quindi, a parte il caos che c’è stato, non ho alcun rimpianto.

Afghanistan, influencer difende l’iniziativa

I promotori della campagna hanno anche consegnato al giornale americano una lista delle 300 persone che avrebbero aiutato a evacuare. Alcune delle quali hanno confermato di essere cittadini afghani in fuga da Kabul. “Ovviamente c’è della frustrazione perché non siamo riusciti a salvare tutte le persone che avremmo voluto – aggiunge Marcus –. Ma come si fa a dare un prezzo alle persone che abbiamo aiutato?”.

Lauria Styron, direttrice esecutiva dell’American Institute of Philantropy, parlando col Post, ha descritto le campagne di raccolta fondi sul web come il “selvaggio West della beneficenza”. Styron sostiene poi che gli influencer dovrebbero piuttosto incoraggiare i propri follower ad aiutare Ong competenti e con esperienza. E chiosa:Buone intenzioni e arroganza sono un mix pericoloso”.

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