Un canto struggente si alza da un campo profughi degli Stati Uniti. La voce è di Sharafat Parwani, un popolare cantante afghano, evacuato da Kabul, dopo la presa di potere dei talebani. Il cantante è tra i fortunati che sono riusciti a imbarcarsi su uno degli ultimissimi voli verso la libertà, ma parte del suo cuore è rimasto in Afghanistan. Un video lo immortala mentre canta e omaggia la sua madrepatria.
Batte il ritmo sul muro e alla sua voce si uniscono quelle dei compagni. L’unisono di voci squarcia per qualche istante la tristezza che si legge sui volti dei profughi afghani. Passano poche ore e il video diventa subito virale. “Sei stanca dell’angoscia, patria mia“, canta Sharafat Parwani. “Sei senza canto e melodia, patria mia“, si ode. E ancora: “Sei sofferente ma senza medicine, patria mia“. Pochi versi che raccontano il dramma afghano meglio di mille parole.
Il video è stato ampiamente condiviso su diverse piattaforme di social media. Ma ha raggiunto la popolarità quando è stato twittato dal giornalista del New York Times Sharif Hassan, peraltro autore della traduzione del canto. Nell’arco di poche ore, il canto di Parwani è diventato un simbolo, la narrazione del dolore che ogni profugo afghano sta provando nel fuggire dalla propria terra. “Gli afgani di tutto il mondo stanno cantando e condividendo il video di questa poesia, mentre lasciano la loro amata terra“, ha scritto un utente di Twitter. “Solo poche settimane fa, Sharafat Parwani era in TV in Afghanistan… ora è un rifugiato nel mondo“, ha scritto un altro.
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