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Nelle stesse ore in cui gli ultimi soldati americani lasciavano dopo vent’anni l’Afghanistan, nel Paese è rientrato Amin ul-Haq, ex capo delle Guardie Nere, la scorta personale di Osama bin Laden nel suo rifugio di Tora Bora. L’arrivo dell’esponente di spicco di Al Qaida a Nangarhar, sua provincia d’origine situata al confine con il Pakistan e nota per essere la roccaforte dell’Isis-K, è ritratto in un video che circola in queste ore sul web. A riprendere il filmato anche molti media internazionali, fra i quali la Bbc.
A lungo tra i responsabili della fornitura di armi al gruppo jihadista, Haq compare a bordo di un suv accolto con entusiasmo da alcuni abitanti del posto. Questi ultimi gli baciano la mano e si fanno fotografare con lui. A sorvegliarne il passaggio è invece un convoglio di veicoli che trasportano miliziani armati; alcuni dei quali con la bandiera talebana. Dopo aver conosciuto bin Laden negli anni ’80 alla scuola di jihad di Abdullah Azzam a Peshawar, in Pakistan, ne è diventato uno dei più stretti collaboratori.
Afghanistan, beffa Usa: torna lo scudiero di bin Laden
L’uomo sarebbe poi fuggito insieme al leader di Al Qaida quando le forze statunitensi hanno attaccato il loro rifugio. Ferito nel 2007, l’anno successivo viene arrestato a Lahore e scarcerato dopo tre anni di detenzione. Storicamente legato a una fazione di Hezb-i Islami, il movimento del leader dell’islamismo afghano Gulbuddin Hekmatyar, è ritenuto dalle intelligence internazionali una figura di spicco del terrorismo di matrice jihadista.
Il ritorno dello scudiero di Bin Laden è di fatto l’ultima beffa del ritiro americano dall’Afghanistan. Ritiro che molti osservatori vedono come un vero e proprio fallimento per gli Usa. Ma soprattutto per il presidente americano Joe Biden. E tra gli scenari più gravi c’è quello di un possibile rigurgito del terrorismo islamico. Secondo un nuovo allarme del Pentagono, infatti, l’Isis-K può contare ancora su duemila ‘irriducibili’ in quell’area dell’Afghanistan.