La situazione in Afghanistan sta precipitando rapidamente. L’avanzata dei talebani nelle ultime settimane è iniziata con il ritiro delle forze statunitensi e della Nato dal Paese, che sarà completato entro la fine del mese di agosto. Al momento, la maggioranza dei 421 distretti del Paese sono controllati dai talebani.
Alcuni si trovano in regioni remote, altri invece, strategici poiché danno ai talebani il controllo di valichi di frontiera con Iran, Tagikistan e Pakistan. Secondo quanto riportato dal Pentagono, l’avanzata è più rapida del previsto. I guerriglieri islamici potrebbero conquistare la capitale Kabul nel giro di poche settimane. E controllare l’intero Afghanistan entro novanta giorni.
Usa e talebani avevano concordato il ritiro delle truppe Usa in occasione dell’Accordo di pace concluso tra le parti a Doha, in Qatar, il 29 febbraio 2020, alla presenza dell’ex-segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo. Gli Usa si erano impegnati a ritirare i propri soldati entro quattordici mesi dalla firma.
I talebani avevano fornito rassicurazioni di partecipare ai negoziati di pace con il governo ufficiale dell’Afghanistan e mettere fine agli attacchi contro gli obiettivi stranieri, contro le grandi città e l’interruzione dei rapporti con gruppi terroristici, come al-Qaeda.
Nonostante non abbiano rispettato gli accordi e abbiano lanciato l’offensiva, il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confermato il disimpegno totale e irreversibile degli Usa. Resta il supporto aereo, sicuramente utile, ma non risolutivo.
Rispetto al passato nella loro campagna militare contro il governo afghano, i talebani hanno cambiato strategia e sono passati dal prendere di mira le aree rurali del Paese ad attaccare le città provinciali. Una mossa che in poco tempo li ha portati a controllare aree strategiche. Con il governo centrale sempre più indebolito, i signori della guerra locali potrebbero allinearsi nuovamente ai talebani.
Sicuramente gli Stati Uniti, dopo l’invasione del Paese nel 2001, rimpiangono numerose scelte. L’invasione in Iraq ha distolto impegno e forze. Si è troppe volte ceduto ad eccessivo ottimismo all’idea che il governo afghano fosse in grado di gestire il Paese. Nonostante un grande investimento in termini di risorse e vite umane, venti anni dopo, la situazione rischia di tornare al punto di partenza.
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