Chiunque provenga dall’Afghanistan, conosca la situazione nel Paese o anche solo abbia a cuore il destino della popolazione dopo l’avanzata dei talebani sta lanciando appelli alla comunità internazionale per intervenire. E un messaggio straziante, in tal senso, è quello della premiatissima regista Sahraa Karimi.
Tra i protagonisti della Mostra del cinema di Venezia nel 2019, in quell’evento Sahraa Karimi presentò ‘Hava, Maryam, Ayesha’. Un film che denunciava la situazione vigente in Afghanistan a proposito di temi delicatissimi come gravidanza o aborto. E proprio lei ha cercato di sensibilizzare il mondo intero su quanto sta avvenendo nella sua patria.
“Mi chiamo Sahraa Karimi, sono una regista e l’attuale direttrice generale di Afghan Film, unica società statale fondata nel 1968. Vi scrivo col cuore a pezzi e con la profonda speranza che possiate unirvi a me nel proteggere il mio bellissimo popolo, specialmente i cineasti, dai Talebani“, si legge nella prima parte della sua disperata denuncia su Twitter.
Sahraa Karimi racconta un altro punto di vista dell’ascesa dei talebani in Afghanistan. Ovvero quella sfociata nelle rappresaglie contro le donne, gli artisti e le minoranze. “Hanno massacrato il nostro popolo, rapito molti bambini, venduto le donne come mogli per i loro uomini, ucciso una donna per come era vestita. Hanno cavato gli occhi a una donna, torturato e ucciso uno dei nostri amati attori. Assassinato uno dei nostri poeti storici, assassinato il capo della cultura e dei media del governo – prosegue lo straziante post –. Hanno assassinato persone legate al governo. Hanno impiccato pubblicamente alcuni dei nostri uomini, hanno disperso centinaia di migliaia di famiglie“.
Quindi le parole più dolorose, quelle rivolte alla comunità internazionale. “Ci siamo abituati a questo silenzio, eppure sappiamo che non è giusto – scrive Sahraa Karimi –. Sappiamo che la decisione di abbandonare il nostro popolo è sbagliata. Che questo affrettato ritiro delle truppe è un tradimento del nostro popolo e di tutto quello che abbiamo fatto quando l’Afghanistan ha vinto la Guerra Fredda per l’Occidente. La nostra gente venne abbandonata allora. Ora, dopo 20 anni di immensi progressi per il nostro Paese e specialmente per le generazioni più giovani, tutto potrebbe essere di nuovo perduto in questo abbandono. Abbiamo bisogno della vostra voce. Il mondo non dovrebbe voltarci le spalle“.
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