L’Afghanistan sta vivendo una dolorosissima crisi umanitaria, e buona parte del mondo si sta mobilitando per tentare di aiutare la sua popolazione. Non mancano però le eccezioni, e una delle meno sorprendenti è certamente quella dell’Ungheria. Dove, ancora una volta, il premier Viktor Orban ha letteralmente sbarrato le porte del proprio Paese a chi soffre.
“Proteggeremo l’Ungheria dalla crisi dei migranti“, ha infatti affermato senza giri di parole Orban parlando con una radio locale. L’intervista è stata poi rilanciata sulla sua pagina Facebook personale. Il riferimento, evidente, è proprio all’Afghanistan. Tanto che il capo del governo ungherese ha spiegato che la priorità, ora come ora, è sostenere la Turchia e i Paesi dei Balcani. Scopo: evitare che i profughi lascino la regione. E, conseguentemente, bloccare il loro ingresso nell’Unione europea.
Una presa di posizione certamente non nuova, e soprattutto che non riguarda il solo Afghanistan. Viktor Orban, da quando governa l’Ungheria (con metodi peraltro tutt’altro che liberali) ha sempre fatto della guerra ai migranti uno dei propri cavalli di battaglia. Noto il suo ricorso ai “muri”, che separano i confini magiari dalla Croazia e dalla Serbia. Questo secondo sbarramento, peraltro, fu anche visitato da Matteo Salvini nella primavera 2019. Ossia quando il leader della Lega era ministro dell’Interno per il governo Conte I. E, beffa oltre il danno, ora l’appello è al sostegno proprio a quei Paesi dei Balcani da cui lui stesso si è voluto dividere in maniera così netta.
Orban però, va detto, non è solo. Contrario a un aiuto massiccio ai profughi è anche il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz. “Gli eventi in Afghanistan sono drammatici, ma non dobbiamo ripetere gli errori del 2015. La gente che esce dal Paese deve essere aiutata dagli Stati vicini. L’Ue deve proteggere le frontiere esterne e combattere la migrazione illegale ed i trafficanti di esseri umani“, il suo messaggio su Twitter.
Opinioni di cui l’Europa vuole provare a non tenere conto. Questo, almeno, è ciò che ha suggerito il commissario Ue Paolo Gentiloni intervenendo al Meeting di Rimini. “Rispetto l’unanimità, ma so che non ci sarà mai. E ci sarà sempre qualcuno contrario a politiche di accoglienza e a quote di immigrati legali. Niente alibi se si vuole dare una mano sui rifugiati e sull’accoglienza. Si può fare anche a maggioranza. Orban ed altri non saranno d’accordo, ma fa parte delle nostre regole“, ha anticipato. Per evitare che l’Unione si dimentichi dell’Afghanistan. Proprio nel momento del maggiore bisogno.
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