Solo per quest’anno, serviranno 606 milioni di dollari per aiutare circa undici milioni di cittadini afghani rimasti nel Paese dopo la presa di potere da parte dei talebani. Ecco perché oggi le Nazioni Unite hanno organizzato una conferenza per raccogliere fondi al fine di finanziare nuove missioni umanitarie in Afghanistan.
Secondo un recente rapporto del Programma di sviluppo dell’Onu, lo scenario è drammatico. Se la situazione economica dovesse continuare a precipitare, il 97% della popolazione rischierebbe di ritrovarsi sotto alla soglia di povertà.
Conseguenza anche dell’annunciato fallimento del contratto sociale che il nuovo governo talebano propone, ossia quello della sicurezza in cambio della libertà. Un programma troppo simili a quello già proposto negli anni ’90, ma che ora è troppo fragile per resistere in un Paese che esce da vent’anni di occupazione straniera e dove il processo di autodeterminazione non si è mai realmente compiuto.
Ciò conferma l’iniziativa del segretario generale dell’Onu, António Guterres, che ha convocato per oggi una riunione sul tema. Guterres – riporta l’Associated Press – ha lanciato un appello lampo per la situazione in Afghanistan, dove lo scenario continua a preoccupare la comunità internazionale.
L’incontro di oggi a Ginevra servirà soprattutto per convincere molti governi occidentali e donatori regolari delle Nazioni Unite a continuare a finanziare missioni sanitarie in Afghanistan senza però riconoscere ufficialmente il nuovo Emirato islamico.
Come riporta l’Ap, la maggior parte dei fondi raccolti sarà destinati al Programma alimentare mondiale dell’Onu. L’obiettivo, come detto, è raccogliere i 606 milioni di dollari necessari per aiutare undici milioni di civili afghani fino alla fine del 2021.
Nel frattempo, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, è partito per una visita a sorpresa a Kabul. L’obiettivo è monitorare da vicino l’azione delle organizzazioni umanitarie che stanno aiutando i circa 3,5 milioni di sfollati presenti nel Paese. Di questi, più di 500mila sono stati registrati come sfollati solo quest’anno.
Mentre riprendono i voli all’aeroporto della capitale afghana, anche l’Unhcr ha espresso preoccupazione per le persone che puntano a scappare dall’Afghanistan rifugiandosi in Stati vicini come Pakistan e Iran. Giovedì scorso, infine, circa 200 stranieri (fra cui molti americani) hanno lasciato l’Afghanistan su un volo della Qatar Airways anche grazie alla cooperazione dei talebani. Si è trattato della prima partenza internazionale dalla ritirata Usa.
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