Nel secondo anniversario del ritorno dei talebani al potere, la condizione delle donne in Afghanistan appare più che mai drammatica, in una continua compressione dei diritti e degli spazi di libertà. Ultima stretta in ordine di tempo, il divieto di lasciare il Paese con visti per studenti.
A raccontarlo alla Bbc, una ventenne respinta all’imbarco insieme a un gruppo di sessanta coetanee pronte a partire alla volta di Dubai grazie alle borse di studio messe a disposizione da facoltosi uomini d’affari emiratini, dopo che i talebani hanno bandito le donne dalle università. “La mia unica speranza era ottenere una borsa di studio che mi aiutasse a studiare all’estero“, ha spiegato la giovane all’emittente britannica.
L’Afghanistan è il solo Paese al mondo dove le bambine non posso frequentare la scuole oltre il sesto grado. Un bando che sarebbe dovuto essere temporaneo, in attesa di assicurare condizioni “appropriate” per la segregazione di genere nelle classi. “I talebani hanno soppresso il diritto all’istruzione, oscurando così il futuro di milioni di bambine”, ha denunciato Amnesty International nel report diffuso lo scorso 15 agosto, a tre anni esatti dalla presa di Kabul.
Solo pochi giorni fa il governo talebano aveva annunciato la messa al bando del parco nazionale di Band-e-Amir, un complesso di laghi naturali e speciali formazioni geologiche, nella provincia nord orientale di Bamyan, diventato una delle mete turistiche più frequentate del Paese e definito non a caso dall’Unesco “una bellezza naturale e unica”.
A decidere l’ennesimo giro di vite ai danni delle donne afgane, il ministro ad interim della Virtù e del Vizio Mohammad Khaled Hanafi dopo aver contestato, ha spiegato, che le donne all’interno del parco non indossano correttamente il velo islamico.
Il segno più evidente del progressivo deterioramento della condizione delle donne in Afghanistan, dopo il ritorno dei talebani nell’agosto del 2021, è l’aumento allarmante dei suicidi e dei tentativi di suicidio.
ll governo talebano non divulga statistiche e proibisce al personale medico di condividere informazioni sul fenomeno. Ma il Guardian ha ottenuto i dati degli ospedali pubblici e delle cliniche per la salute mentale in un terzo delle province del Paese.
Seppur parziali, i numeri danno la misura di una vera emergenza sanitaria, in cui sono le donne a togliersi la vita più degli uomini. “Un numero crescente di donne e ragazze preferisce morire piuttosto che vivere nelle condizioni attuali“, ha spiegato Un Women, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile.
Dopo il ritorno dei talebani al potere, la condizione delle donne è andata progressivamente deteriorandosi, con la crescente segregazione, l’aumento dei matrimoni forzati tra le giovanissime e dei casi di violenza domestica.
Come scrive il quotidiano britannico, assieme ai diritti e alla libertà, molte hanno “perso la speranza”. E il suicido per molte donne, spesso appena adolescenti, è rimasta l’unica via di fuga da un regime che tenta di cancellarle dalla vita pubblica.
Già lo scorso maggio il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, Richard Bennett, aveva lanciato l‘allarme dopo aver visitato la capitale sull’aumento “esponenziale dei casi di suicidio tra donne e ragazze”.
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