La situazione che si è venuta a creare in Afghanistan, con l’instaurazione del nuovo Emirato islamico dei talebani, ha scatenato non solo il terrore nel Paese. Ma anche, inevitabilmente, reazioni a cascata in tutto il resto del mondo. E se in parte di esso dominano le sensazioni di paura e rabbia, altrove il clima appare decisamente diverso.
Afghanistan: reazioni quasi univoche in Italia
Quasi univoche le reazioni in Italia, mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sta seguendo le operazioni in contatto con l’Unità di crisi della Farnesina e con la nostra ambasciata in Afghanistan. “Da parte nostra l’impegno è massimo. Intendiamo trasportare in Italia chi ha collaborato con noi con un intervento fattivo e importante. Lo porteremo al massimo livello. Si tratta di un dovere morale, prima ancora che politico“, ha fatto invece sapere Lorenzo Guerini, ministro della Difesa.
Molto critiche sono diverse forze politiche, anche all’interno della maggioranza di governo. “Rispetto, ma non condivido la posizione di Joe Biden. In linea con quella che per primo prese Donald Trump, il primo a volere l’accordo con i talebani. Con loro è impossibile, e il ritiro degli USA dall’Afghanistan è un errore storico“, ha detto Matteo Renzi. Ancora più severo Matteo Salvini. “Italia, Europa, Occidente: vergogna! Lasciare donne e bambini in mano ai tagliagole islamici, dopo anni di battaglie e sofferenza, non è umano“, il commento del leader della Lega. “Disastrosa gestione del dossier da parte dell’amministrazione democratica Biden. Una figuraccia per tutto l’Occidente che fomenterà gli integralisti e che avrà gravi ripercussioni anche per la nostra sicurezza“, gli ha fatto eco Giorgia Meloni.
USA spaccati in due, Russia e Cina spaventano
Negli Stati Uniti, invece, infuria la polemica politica tra Democratici e Repubblicani. Questi ultimi mettono nel mirino Joe Biden (che ancora deve esprimersi ufficialmente sulla vicenda), che ha messo in atto il ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan. I primi, però, ricordano che fu proprio Donald Trump a decidere l’operazione, che l’attuale presidente ha solo attuato.
Grosse preoccupazioni arrivano però dalle prese di posizione di altre superpotenze come Russia e Cina. Da Mosca arriva infatti l’indicazione di “nessuna fretta di riconoscere o meno” il potere dei talebani. Lo ha fatto sapere Zamir Kabulov, emissario presidenziale russo per l’Afghanistan, le cui parole all’emittente ‘Eco di Mosca’ sono state rilanciate da Askanews. Ma ancora più allarmante è la posizione di Pechino, il cui governo è disposto a sviluppare “relazioni amichevoli” con i talebani. “La Cina rispetta il diritto del popolo afghano di determinare in modo indipendente il proprio destino e futuro“, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying. Che ha anche ricordato come i talebani abbiano “indicato più volte il loro desiderio di sviluppare buone relazioni con la Cina“.