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Aborto, cosa sono le zone di accesso sicuro istituite in Inghilterra

Le zone di accesso sicuro in Inghilterra impediscono manifestazioni anti-aborto vicino a cliniche e ospedali, proteggendo il diritto all’accesso senza pressioni

Dal 31 ottobre, una nuova legge in Inghilterra e Galles vieta agli attivisti anti-aborto di manifestare entro 150 metri dagli ospedali e cliniche dove si eseguono interruzioni di gravidanza. Questo divieto mira a impedire qualsiasi forma di pressione o tentativo di influenzare le decisioni delle donne che cercano di accedere a questi servizi. La normativa, approvata dal parlamento britannico all’inizio del 2023, è già attiva in Irlanda del Nord da settembre dello stesso anno e in Scozia da settembre 2024.

Aborto, cosa sono le zone di accesso sicure in Inghilterra?

All’interno di queste “zone di accesso sicuro,” la legge vieta non solo di impedire fisicamente l’ingresso alle strutture, ma anche azioni come la distribuzione di volantini, l’esposizione di cartelli contro l’aborto e la preghiera silenziosa, se queste azioni possono provocare disagio o ansia alle persone che si recano in clinica. L’intento è di proteggere le donne che scelgono di ricorrere a una interruzione di gravidanza, rendendo l’accesso alle strutture un processo più sicuro e privo di ostacoli.

Aborto, cosa sono le zone di accesso sicure in Inghilterra? – Andrew Milligan PA IMAGES / GETTY IMAGES – Newsby.it

 

Questa legge si inserisce in un contesto di lungo corso in cui gruppi anti-abortisti hanno cercato, in vari paesi, di scoraggiare o dissuadere le donne a procedere con l’interruzione di gravidanza. La pratica di posizionarsi davanti alle cliniche e interagire con le persone è nata negli Stati Uniti dopo la sentenza Roe v. Wade del 1973, che aveva legalizzato l’aborto a livello federale. Sebbene tale diritto sia stato recentemente revocato, negli ultimi decenni le manifestazioni anti-aborto davanti alle cliniche sono divenute sempre più frequenti in molti altri paesi, inclusa l’Italia.

Negli Stati Uniti, dal 1994 esiste una legge federale che proibisce l’uso della violenza o delle minacce per impedire l’accesso a una clinica. Tuttavia, per affrontare le manifestazioni più passive ma comunque pressanti, molti stati e governi locali hanno introdotto leggi specifiche per delimitare “zone cuscinetto” intorno alle strutture sanitarie. Anche in paesi come Australia, Canada e ora il Regno Unito, simili leggi sono state introdotte per creare un ambiente sicuro e senza interferenze attorno alle cliniche abortive.

Questi provvedimenti sono stati resi necessari perché, oltre alla violenza fisica, i gruppi anti-abortisti attuano azioni di pressione che, sebbene non violente, possono essere molto invasive. In alcuni casi, gli attivisti si limitano a pregare, distribuire volantini o esporre cartelli; in altri, rivolgono parole di accusa e inviti a cambiare idea direttamente alle persone che entrano nelle cliniche. Anche le azioni più discrete, come le veglie di preghiera silenziosa, possono comunque contribuire a rendere l’esperienza di chi entra nelle cliniche più stressante e traumatica. Infatti, numerose ricerche hanno dimostrato come anche queste pratiche, apparentemente passive, risultino efficaci nello scoraggiare le donne dal recarsi in una clinica.

Imporre queste limitazioni però non è sempre stato semplice. Negli Stati Uniti, ad esempio, alcune leggi che istituivano “zone di accesso sicuro” sono state portate in tribunale con l’accusa di violare i diritti costituzionali alla libertà di espressione, di religione e di assemblea degli attivisti. Anche nel Regno Unito si è aperto un dibattito su questi diritti. Nel 2023, la Corte Suprema britannica ha stabilito che le “zone cuscinetto” sono legali e che non costituiscono una violazione della libertà di espressione o di religione, pur riconoscendo che ogni caso può presentare situazioni particolari, nelle quali la polizia e i giudici devono intervenire valutando le specificità di ogni singolo episodio.

Questa nuova normativa in Inghilterra e Galles rappresenta un tentativo di bilanciare il diritto delle donne a un accesso sicuro e sereno ai servizi di interruzione di gravidanza con il diritto di espressione degli attivisti anti-aborto. La legge britannica mira a garantire la privacy e il benessere delle persone, permettendo loro di prendere decisioni sanitarie senza subire pressioni esterne.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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