A partire dalle ore 22 di venerdì 2 ottobre è entrato in vigore a Madrid un nuovo lockdown imposto dal governo per limitare la diffusione dell’epidemia da Coronavirus. La Capitale e altre nove città della comunità autonoma di Madrid (le più colpite dell’intero paese) sono state “chiuse”. In totale quasi 4,8 milioni di persone non possono più uscire dai propri centri urbani, a meno di avere motivi essenziali (lavoro, scuola e salute).
Le nuove restrizioni, che valgono anche in entrata, sono state decise dal governo di Pedro Sánchez per affrontare la cosiddetta “seconda ondata” dell’epidemia. Sono state adottate nonostante le enormi tensioni emerse negli ultimi giorni tra il primo ministro spagnolo (di sinistra) e la presidente della comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso (di destra).
Un lockdown quasi inevitabile visti i numeri recenti di Madrid
Il lockdown è stato imposto alle aree che nelle ultime due settimane avevano registrato più di 500 casi ogni 100mila abitanti, un tasso di tamponi positivi sul totale superiore al 10% e il 35% dei posti di terapia intensiva occupati da pazienti ammalati di Covid-19. Dieci municipalità della comunità di Madrid erano in questa situazione. Oltre a vietare gli spostamenti da e verso queste aree, le nuove misure hanno limitato le aggregazioni a un massimo di sei persone, dimezzato la capienza di negozi e locali, anticipato le chiusure di bar e ristoranti alle 23, e limitato il numero di partecipanti alle funzioni religiose.
Nelle scorse ore Madrid è stata di nuovo la grande città della Spagna con maggiore incidenza dei casi per 100mila abitanti (647,91) nelle precedenti due settimane, quella che ha fatto registrare il numero più alto di persone con la Covid-19 ricoverate negli ospedali (3.561) e di persone ricoverate in terapia intensiva (513). Il numero di posti letto in terapia intensiva disponibili negli ospedali della capitale, ha scritto il País, è di 641 (500 in strutture pubbliche, 141 in strutture private). Significa che venerdì a Madrid è occupato circa l’80% dei letti disponibili.
La situazione nel resto del mondo
Secondo l’Oms, sono stati 315.628 i nuovi casi di Coronavirus registrati nel mondo in 24 ore. Stando ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità aggiornati al 2 ottobre, il Paese che ha fatto segnare il maggior incremento è ancora l’India. Seguono Stati Uniti e Brasile.
L’India è il secondo Paese al mondo per numero di contagi totali (dopo gli Usa) e il terzo per numero di morti (dopo Usa e Brasile). Secondo i dati della Johns Hopkins University aggiornati al 3 ottobre, i casi dall’inizio della pandemia sono 6.473.544. Nelle scorse ore, l’India ha superato i 100mila decessi per Covid-19: sono 100.842. Al secondo posto per incremento di contagi giornalieri ci sono gli Stati Uniti (44.985 in 24 ore) che rimangono il Paese più colpito al mondo per casi totali (7.332.285) e vittime (208.716). Al terzo posto tra i Paesi con più contagi in 24 ore c’è il Brasile (33.413 casi), che è anche il terzo Paese al mondo per casi totali (4.880.523). Le morti legate al Coronavirus sono 145.388.