La Volvo, la casa svedese appartenente al Gruppo cinese Geely, ha annunciato di aver avviato la produzione della sua prima elettrica: la XC40 Recharge. Con il termine Rercharge vengono indicate dalla compagnia le vetture ricaricabili alla spina, sia elettriche (come in questo caso), che ibride ricaricabili.
La XC40 elettrica verrà assemblata nello stabilimento di Gent (Belgio), e le prime consegne in Europa sono previste entro la fine di ottobre. Peccato però che le unità prodotte nel 2020 siano già state tutte vendute, quindi i nuovi clienti saranno costretti ad aspettare almeno un anno prima di riceverla. Il prezzo di listino parte da 59.600 euro.
Essendo derivata dalla suv media XC40, la prima elettrica della Volvo è praticamente speculare rispetto alla versione endotermica. Le uniche differenze sono riconducibili a una griglia chiusa e a un paraurti specifico. Anche il pianale è il medesimo, tuttavia la struttura è stata irrobustita per far fronte all’assenza del motore nella parte anteriore della vettura. Assenza che può essere sfruttata per stipare i bagagli, visto che sotto il cofano anteriore è stato ricavato un vano da 31 litri.
A spingere la Volvo XC40 Recharge troviamo due motori elettrici, uno per ogni asse, entrambi in grado di conferire una potenza complessiva di 408 cavalli. Ad alimentarli ci pensa una batteria da 78 kWh in grado di garantire fino a 400 km di autonomia con una singola ricarica (dato calcolato secondo il ciclo WLTP).
È possibile “fare il pieno” all’accumulatore sfruttando le colonnine fino a 150 kW di potenza, in questo caso per ripristinare l’80% della capacità della batteria occorrono circa 40 minuti. Non manca ovviamente la possibilità di sfruttare la corrente alternata fino a 11 kW; con questa potenza servono 7 ore e mezza per ripristinare l’80% della batteria.
La XC40 elettrica è una delle prime auto che può contare su un sistema multimediale che impiega un sistema operativo Android. Non c’è quindi bisogno di connettere lo smartphone, bensì sarà sufficiente fare il log-in utilizzando il proprio account Google per avere alcune delle applicazione dell’ecosistema di Mountain View (c’è anche la possibilità di scaricarle altre dallo store).
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