Vino. Cosa bere il 1° maggio e dove

Durante la giornata del 1° maggio – ma speriamo anche la domenica dopo e tutti i week end a seguire – la convivialità “distanziata” si condividerà un po’ ovunque: in campagna, su un’ampia terrazza metropolitana, in un giardino di una casa di montagna o anche al mare, addirittura in barca. Con la libertà di mangiare e bere ciò che più aggrada, c’è qualche consiglio per l’uso che potrebbe alleggerire ancor di più la giornata.

Consigliati i vini con chiusura con tappo a vite

Gli appassionati di vino sfegatati non dimenticano mai il cavatappi nel cassetto della credenza ma il suggerimento è quello di portare in aperta campagna, sulla tovaglia a quadrettoni o sul tavolino da picnic, vini non solo buoni ma anche con chiusura diversa dal tappo di sughero. Saranno maggiormente adatti in questo caso vini con chiusura con tappo a vite (screw cap) oppure vini con tappo a chiusura ermetica. Molti vignaioli italiani attenti alla qualità negli ultimi anni si sono mossi in tale direzione. Tra questi per l’occasione potreste scegliere l’Igt Umbria Moscato Frizzante Raspato 2020, un progetto nuovissimo del vignaiolo Francesco Annesanti in Valnerina, vino senza solfiti aggiunti, chiuso con tappo ermetico, profumato, divertente, goloso e che sa di primavera, ideale per pane e salumi ma anche per un sostanzioso panino con la porchetta.

I vini adatti ai picnic

In fresco nella borsa frigo da scampagnata potreste tenere a temperatura anche il Verdicchio di Matelica Oppano 2018, chiuso con screw cap, prodotto dal marchigiano Sergio Marani, un bel vino, centrato, rifinito e molto profumato, godibilissimo sulle torte rustiche con verdure, per merito della sua freschezza gustativa, o sugli sformati di pasta con piselli, funghi e salsiccia, meglio se in bianco. Da bere senza dubbio fresco di borsone frigo anche l’Igt Toscana Azzero 2018, sempre chiuso con tappo a vite, prodotto da Edoardo Sderci, “figlio d’arte”, da uve sangiovese in purezza coltivate a Monti in Chianti, nel comune di Gaiole in Chianti, dove ha sede l’azienda paterna Podere Il Palazzino. Ci sono da mandar giù costolette, arrosticini, bistecche, salsicce et similia: serve un sangiovese di livello come questo, dai profumi di viole e susine, dai ricordi terrosi, dal sorso agile e tonico al contempo.

Quale vino bere in barca?

Per i fortunatissimi che si concederanno una giornata in barca tocca giocare la carta della briosità perché si sa che al mare scatta il brindisi facile. C’è da stappare col botto il Franciacorta Brut Rosé Mirabella, spumante a base pinot nero, chardonnay e pinot bianco, sfumato di piccoli frutti rossi al naso, soffice, goloso e accessibile al gusto: si farà bere con gioia. La voglia di bollicine andrà assecondata con qualcosa di originale: uno spumante a base nebbiolo per esempio. Il Nebbiolo d’Alba Spumante Brut Rosé Cuvée 970 prodotto da Gianluca Viberti per Casina Bric 460 si farà amare per il suo brio e la sua piacevolezza di aromi di rose e agrumi e per la sua versatilità sui crostacei.

Un “jolly” per gli abbinamenti

L’incognita del cosa si mangia in barca, a parte crostacei o zuppa di pesce all’impronta, ci spingerà a cercare un jolly per gli abbinamenti. C’è da provare il nuovo nato in casa Tommasi, Le Fornaci Rosé 2020, prodotto da uve turbiana e rondinella, un vino che chiama estate già nel colore rosa pastello, di grande esecuzione tecnica, pulizia e fragranza, segnato da note vegetali e floreali, “addolcite” da un delicato profumo di mandarino, dalla bocca esile e salina. Per gli irriducibili del vino rosso c’è da indirizzarsi sulla categoria “rossi leggeri”: l’Igt Rosso Pompeiano Piedirosso Pompeii (sì proprio con due i) 2019 prodotto da Bosco de’ Medici nei vigneti su terreni vulcanici ai piedi del Vesuvio ben si accosterà, per profumi di fiori e frutti rossi freschi e agilità di beva, sia con un piatto di spaghetti al pomodorino fresco sia con una zuppetta di pesce.

I consigli per le tavolate all’aperto

Le comode tavolate all’aperto in giardino o in terrazza, in città o in montagna che siano, sono quelle sulle quali a fine giornata ci sono più bottiglie di vino che piatti. Sarebbe bello trovarne una con sopra il Roero 2019 da uve arneis di Alberto Oggero, dai profumi floreali e agrumati, con bocca tesa e appagante per intreccio fresco-sapido da sbicchierare con una quiche di ricotta, cipolle e zucchine o torte rustiche come si vuole. Consigliato anche il Ravenna Bianco Tergeno 2019 a base albana (in parte proveniente da vendemmia tardiva) di Fattoria Zerbina intrigante al naso per profumi di bosso, aloe, pompelmo rosa e mandorla, volutamente equilibrato con una trama acida che lo rende fruibilissimo su i primi piatti a base di verdure, anche all’uovo.

Igt Basilicata Gelso Bianco 2019

Un altro vino adatto allo scopo è l’Igt Basilicata Gelso Bianco 2019 di Tenuta I Gelsi, a base malvasia, vitigno che non molti conoscono come tipico del territorio vitivinicolo che si sviluppa alto in quota sui costoni del monte Vulture, che per delicata fragranza aromatica e coinvolgente trama gustativa si abbinerà bene ai formaggi freschi e semistagionati onnipresenti in tali convivi.

Tullum Pecorino 2019 di Feudo Antico

Il Tullum Pecorino 2019 di Feudo Antico, invece, accontenterà gli amanti dei vini bianchi abruzzesi dal colore dorato e dall’approccio olfattivo morbido e fruttato (qui di pesca gialla, susina gocciadoro, ananas e mandarino) e dal sorso pulito, rispondente ed equilibrato, adattissimo su timballi di pasta e lasagne con carni e verdure. Il Vino Rosso Giusto Un Litro di Aia delle Monache (a base di pallagrello nero e casavecchia, vitigni tipici dell’alto casertano) sarà bene utilizzarlo come vino di raccordo per il passaggio ai rossi, grazie alla sua spensieratezza dichiarata sin dal nome e dal formato della bottiglia, restituita con un sorso rustico, leggiadro e amichevole come atteso.

Amai 2018 di Podere Orto

Consigliato anche l’Amai 2018 di Podere Orto, piccola azienda a conduzione familiare dell’alto Lazio, andrà scelto per il suo carattere autenticamente viscerale e campestre (anche reso dal blend di uve rosse e bianche, soprattutto sangiovese e procanico), per il rimando all’arancia rossa, ai fiori di campo e al mondo vegetale in toto e per l’intelaiatura grintosa e succosa del sorso che chiama carne, meglio se rossa. Infine, LIgt Toscana Rosso Pievasciata 2018 di Vallepicciola, blend di cabernet sauvignon, cabernet franc e sangiovese, verrà incontro agli amanti di vini rossi dai profumi carnosi, intensamente fruttati e balsamici ma che conservano un gradevole approccio gustativo, vini strutturati ma che si fanno bere con una certa facilità.

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