La Tesla è la compagnia automobilistica che fin dall’inizio ha deciso di puntare esclusivamente sulla mobilità elettrica. Elon Musk, CEO con un passato nel mondo dell’informatica (è il fondatore di PayPal), ha visto un’opportunità nel settore delle elettriche di lusso. Intuizione che è risultata essere vincente. Tanto che oggi l’auto elettrica è diventata una concreta realtà anche per tutti quei brand premium come Audi, Mercedes, BMW e Porsche.
Un’altra grande intuizione di Musk è stata quella di creare una capillare infrastruttura di ricarica proprietaria in modo che tutti i possessori di Tesla potessero accedervi in modo esclusivo e fare “il pieno” in totale sicurezza. Stiamo parlando dei Supercharger, le stazioni della Tesla che sono collocate in luoghi strategici. Come, ad esempio, a ridosso delle autostrade principali.
Un’infrastruttura in continua crescita. Tanto che nei giorni scorsi la Tesla ha festeggiato il traguardo dei 20mila Supercharger in tutto il mondo. Questo numero non comprende il numero delle stazioni, bensì quello degli stalli di ricarica.
In Italia il numero delle stazioni è in aumento e attualmente consente di percorrere la penisola da nord a sud senza troppi patemi d’animo (ovviamente il viaggio deve essere programmato). Restano ancora escluse le isole, dove però entro i prossimi mesi dovrebbero essere inaurate le tanto attese stazioni.
Oltre ai Supercharger, che nella versione V3 possono contare su una potenza fino a 250 kW per singola auto collegata, la Tesla può disporre anche dei Destination Charger. Una rete di punti di ricarica dedicati, che si possono trovare all’interno di strutture ricettive come ristoranti ed alberghi.
In Italia, dove per scelte di marketing i rifornimenti fino al 12 ottobre sono sempre stati gratuiti, attualmente per fare “il pieno” a una Tesla il costo è di 0,31 euro a kWh.
La compagnia americana, allineandosi agli altri paesi europei, ha inoltre previsto una tariffa di occupazione. Si applica alle vetture che dopo essere state completamente caricate, risultano ferme presso uno stallo dei Supercharger se almeno metà delle postazioni sono occupate. L’ammenda scatta superati i 5 minuti dal termine della sessione di ricarica e prevede diversi costi a seconda dello stato di occupazione dei punti di ricarica: 0,40 euro al minuto se il 50% degli stalli risulta occupato e 0,80 euro al minuto qualora tutti gli stalli fossero occupati. La Tesla così facendo punisce quindi gli utenti che sostando oltre il tempo dovuto per la ricarica peggiorano la qualità del servizio.
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