I single italiani oggi possono festeggiare. L’11 novembre è, infatti, il Singles’ day. Si tratta di una giornata pensata per celebrare l’orgoglio di essere single e che si celebra in una data non di certo casuale. Il Singles’ day si festeggia soprattutto in Cina e l’1 in quel Paese rappresenta il singolo individuo. È facile capire, allora, come 11/11, l’11 novembre, sia composto da quattro individui singoli e sia diventato così il giorno ideale per celebrare questo evento. Ma quanti sono in Italia i single? E, soprattutto, sono contenti di non essere in coppia o vorrebbero cambiare la loro condizione? Proviamo a scoprire qualche numero per capire la situazione nel Belpaese.
Partiamo da un dato di fatto: l’Italia è un Paese per single. Nel 2023, infatti, si è registrato un sorpasso: i single rappresentano il 33,2% degli italiani, contro il 31,2% delle famiglie con figli. Le famiglie unipersonali, che oggi rappresentano un terzo del totale delle famiglie, sono cresciute di quasi 10 punti rispetto al periodo 2001-2002, per un totale di 8.365.000 individui tra single, separati e vedovi che non si sono mai risposati. La suddivisione è la seguente: 3.331.000 i single per scelta, 3.089.000 i vedovi e 1.945.000 i separati.
Interessanti i dati forniti da Adnkronos: in generale poco più di una persona sola su due ha meno di 65 anni. Sono sotto i 45 anni gli uomini soli per scelta (11%), quasi il doppio delle donne (6%), ma il rapporto si inverte leggermente sopra i 65 anni, con le nubili al 5% e i celibi al 3%. Tra i vedovi sono in netta prevalenza le donne over 65 (27% contro il 7% dei vedovi). I separati che non si sono più risposati sono, infine, perlopiù uomini tra i 45 e i 64 anni, che sono l’8% del totale delle “persone sole”, contro il 5% delle coetanee.
Ora che abbiamo un quadro numerico, proviamo ad entrare un po’ più a fondo nella questione. Essere single porta in dote benefici, ma anche complessità. Da un lato la tendenza a cercare una maggiore solitudine è sempre più diffusa, nei campi più disparati. Sempre più persone scelgono, per esempio, di viaggiare da sole, anche se il 47% è frenato dalle preoccupazioni riguardanti la propria sicurezza. In generale, fare qualsiasi attività da soli è percepito in maniera positiva, come fonte di orgoglio e soddisfazione.
Esistono, però, anche aspetti completti di cui tenere conto. Il primo è sicuramente quello della salute mentale. L’isolamento può rappresentare un rischio per il benessere emotivo, specialmente per coloro che vivono da soli. È, quindi, importante avere qualcuno accanto con cui potersi confrontare. Il secondo aspetto critico è, invece, legato al denaro. La vita da single costa di più della vita in coppia e molti confermano di non riuscire, da soli, a mantenere il proprio tenore di vita. Basti pensare che, restando solo nell’ambito dell’abitazione, chi vive in coppia spende mediamente 530 euro al mese, mentre chi vive da solo ne deve spendere, sempre in media, 904. Questo perché molte spese, come la manutenzione, ma anche l’affitto, non si riducono anche se si è da soli.
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