In arte Camihawke, o forse – per meglio dire – sui social. Perché è proprio da lì che nasce il suo successo. La maggior parte di noi la ricorda per i suoi simpatici sketch e per l’ironia che sicuramente contraddistingue il suo personaggio. Impossibile dimenticare il suo “Oroscophawke”: tutti siamo passati sotto il vaglio del suo umorismo, prima per scoprire a quale personaggio di Games of Thrones o di Harry Potter il nostro segno si avvicinasse, poi per farci dire come reagiamo alla fine di una relazione. E chissà come alla fine essere paragonata a Lord Ramsay Bolton o a Victor Krum è sempre stato più veritiero di Paolo Fox che dopo aver parlato dell’ “anno del Leone” ha portato con sé una serie di sciagure che non sto qui ad elencare.
Ma torniamo a Camihawke e, proprio per restare in tema, procediamo con una “Rece Umile” (cit.) di quello che è il suo primo romanzo, “[sponsor-link id=”227″]”.
Ammetto di essere una sua fan e quindi di aver acquistato il suo libro senza un particolare interesse preventivo verso la trama. Scrollando le sue stories, mi sono imbattuta nella copertina di questo libro e immaginandomi divertita tra le pagine del suo romanzo non ci ho pensato poi così tanto. Un rapido click e libro acquistato.
Sono bastate poche ore per ritrovarmi completamente innamorata di Leandro, e chi in quei giorni ha avuto la (s)fortuna – resto pur sempre un Leone egocentrico come direbbe qualcuno – di starmi accanto, sa di cosa sto parlando.
Per evitare di cadere nella trappola dello spoiler, non descriverò minuziosamente la trama del libro e non vi svelerò se alla fine il bel Leandro si è rivelato davvero il principe azzurro che tutte sogniamo. Mi limiterò a dirvi che in queste quasi 300 pagine, troverete non Camihawke ma Camilla Boniardi. Il personaggio che lascia spazio alla persona che c’è dietro lo schermo di uno smartphone. La persona che in qualche modo, e ci riesce benissimo, si avvicina alla vita di tutti noi. È così già dopo poche pagine ci ritroviamo davanti a quella storia che un po’ tutti abbiamo vissuto.
Il tentare di amare una persona palesemente sbagliata, dotate di un’immancabile calamita per i casi umani, per poi incontrare quella giusta, quasi per caso e inaspettatamente, finché arriva quel momento, lo stesso che chissà come si presenta puntuale come il fastidioso suono della sveglia ogni mattina.
Perché vi svelo una cosa. Non è certo che la notte di Natale nevichi, non è certo che il giorno in cui abbiamo programmato di andare al mare ci sia il sole, non è certo che il buco di una ciambella sia perfettamente un’ellisse, ma una cosa in questa vita è certa: il ritorno delle ex.
Avete presente quando siete nel bel mezzo di una giornata che definireste perfetta con quello che definireste il vostro principe azzurro? È in quel preciso istante che non dovete abbassare la guardia, perché è allora che il cellulare squilla e la “Greta” di turno vi ripoterà con i piedi per terra, o forse anche sotto terra.
“Per tutto il resto dei miei sbagli” è un romanzo di vita vera, la storia di Camilla Boniardi per certi aspetti e la nostra per molti altri.
Ma se quella di Marta (nome della protagonista del romanzo in questione) sarà stata una storia a lieto fine, se Leandro alla fine avrà risposto o no a quella chiamata, e se per una volta la neve a Natale è più probabile di un’ex rispedita al mittente, non sarò di certo io a dirvelo.
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