Torna, come tutti gli anni, l’ora legale. Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo, alle due del mattino, le lancette dell’orologio verranno spostate avanti di un’ora. Il che significa un’ora di sonno in meno, ma anche molta luce in più la sera. Quest’anno, però, a differenza degli altri c’è una novità in ambito europeo. Qualche mese fa, infatti, il Parlamento dell’Ue aveva approvato la proposta di abolizione del passaggio stagionale all’ora estiva a partire dal 2021. Tuttavia la questione deve essere decisa dal Consiglio Europeo e al suo interno gli Stati sono divisi. Così, nulla al momento cambierà nel nostro Paese: l’Italia ha infatti depositato a Bruxelles una richiesta formale per conservare il doppio orario. Da fine marzo a fine ottobre l’ora estiva sarà quindi in vigore nelle forme che conosciamo dal 1996.
L’orario estivo ci accompagnerà fino al prossimo 31 ottobre, quando riporteremo indietro le lancette e torneremo all’ora solare. Il fatto di godere di un’ora al giorno di luce naturale in più consente risparmi energetici che nel nostro Paese sono rilevanti. Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, ha reso noto che lo scorso anno, nei sette mesi di ora legale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricità, pari al consumo medio annuo di circa 150mila famiglie, con un beneficio economico di 66 milioni di euro e con 205mila tonnellate di Co2 in meno immesse in atmosfera.
La posizione dell’Europa sull’ora legale
L’abolizione dell’obbligo all’ora legale è stata richiesta in sede europea da alcuni Paesi, in considerazione di alcuni studi che sottolineavano i disagi provocati dal cambio di orario provocava sull’organismo a fronte di vantaggi tutto sommato di poco peso. A favore dell’abolizione dell’ora legale si sono schierati i Paesi dell’Europa settentrionale, con Finlandia e Polonia in prima fila. La loro posizione geografica, più vicina al Circolo Polare, regala comunque giornate estive lunghissime e un breve intervallo di buio. Il risparmio sulla bolletta elettrica in questi casi è irrisorio e, in effetti, non giustifica il sia pur minimo sforzo di adattamento richiesto dal cambio di “fuso orario”.
L’ora legale invece è molto vantaggiosa per i Paesi mediterranei, tra cui l’Italia. In ogni caso, il Parlamento Europeo ha abolito l’obbligo di passare dall’ora estiva e quella invernale, lasciando ai singoli Stati la facoltà di decidere quale orario adottare, ma con la raccomandazione di armonizzare il più possibile le scelte per evitare un’Europa con orari a macchia di leopardo. L’Italia con il governo Conte 2 nel novembre del 2019 ha depositato a Bruxelles una richiesta formale per mantenere intatta la situazione attuale. Dato che al documento non sono state apportate modifiche, il cambio di orario due volte all’anno resta invariato. L’Italia, come tutti i 27 Paesi europei, ha comunque tempo fino ad aprile per decidere se abolire per sempre l’ora legale, quella solare, o lasciare le cose come stanno, mantenendo il doppio orario.