Il vino della settimana: Amalia Cascina in Langa, Langhe Rossese Bianco 2018

Gli amanti dei vini da vitigni rari possono trovare un ottimo approdo nel Langhe Rossese Bianco prodotto dalla famiglia Boffa a Monforte d’Alba in Piemonte.

A gestire vigneti e cantina di Amalia Cascina in Langa c’è Paolo Boffa, produttore schivo, riflessivo e molto determinato. Sin da subito sostiene l’intuizione del padre Gigi che sceglie di dedicarsi alla valorizzazione del rossese bianco. Prosegue, inoltre, la tradizionale cura dei vitigni radicati in zona, ossia il nebbiolo da Barolo, la barbera e il dolcetto, già presenti in azienda all’epoca dell’acquisto della Cascina nel 2003.

Il rossese bianco

Il rossese bianco è tuttora ancora poco diffuso in Langa e non va confuso con quello, anch’esso raro, coltivato nella vicina Liguria.
Notizie certamente riferibili a questo particolare vitigno sono quelle riportate dal conte Di Rovasenda (1877) a proposito di un Rossese bianco di Mondovì (Cuneo) di cui afferma: “Ho assaggiato in Mondovì stesso un buonissimo vino bianco fatto di questa uva.”, ma forse corrisponde al nostro anche il Rosseis che Gallesio elencò tra le uve bianche de La Morra (Cuneo) nel 1834” (Fonte: Schneider A., Torello Marinoni D., Raimondi S., 2014. Rossese bianco. In: Italian Vitis Database, ISSN 2282-006X).

 

I vigneti

In azienda se ne coltivano ceppi su due appezzamenti che arrivano insieme a coprire la superficie di un solo ettaro. Il primo impianto, il vigneto chiamato Salicetti, si trova alto in quota (450 metri slm) in una posizione panoramica mozzafiato sulla Langa di produzione del Barolo, sopra il vigneto a nome Fantini che fa parte della Bussia, una celebrata e storica sottozona vitivinicola, e arginato in alto da un fitto bosco. Il secondo vigneto di rossese bianco, assieme a quelli di barbera e dolcetto, fa da corona alla cantina in località Sant’Anna, sempre a Monforte d’Alba, che accoglie un delizioso B&B a conduzione familiare, gestito dalla mamma di Paolo, Maria Angela Brosio.

 

Le caratteristiche del vino

Il Langhe Rossese Bianco 2018 si presenta con un naso sorprendentemente bello ed elegante, molto delicato, soffuso e originale. Sa “di fresco”, di farina e di salvia; di zenzero a restituire una attrattiva pungente e agrumata, e ancora di mughetto e di crema al limone. Mostra il suo carattere molto sobrio anche al gusto, con un sorso dosato ed equilibrato, di trama fine, acidità a scomparsa nell’abbraccio glicerico, con una chiosa sapida e molto nitida.
L’ottima riuscita di questo vino è la dimostrazione di quanto un vitigno autoctono, seppur raro, se affidato a un grande terroir riesca a rifletterne la grandezza in termini di qualità e piacevolezza.

La raccolta dell’uva

Per gli amanti dei dettagli di produzione segnaliamo che la raccolta delle uve è manuale; una volta in cantina le uve vendono diraspate e pressate, dopodiché il mosto decantato viene fatto fermentare tutto insieme in acciaio; prima che la fermentazione termini del tutto metà della massa viene trasferita con le sue fecce in barrique di rovere francese, dove poi sosta per circa 12 mesi, e l’altra metà rimane in acciaio sempre con le sue fecce, sur lie; durante il periodo di maturazione si eseguono periodici bâtonnage per rimettere in sospensione i lieviti; le due masse vengono assemblate al termine della maturazione.
Anche se prodotto in numero di bottiglie confidenziale, vale la pena mettersi in caccia.

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