Secondo i dati raccolti da un ultimo sondaggio a cura dell’Università di Pavia, un italiano su cinque – quindi parliamo di 7 milioni, sulla popolazione complessiva della penisola – segue quotidianamente almeno 11 influencer sui social media.
Sono invece 28 i milioni di italiani che ne seguono almeno uno, ogni giorno. Ve li aspettavate questi numeri?
Scopriamo qualcosa in più sulle abitudini social degli abitanti dello stivale!
Un notevole 76% della popolazione tra i 16 e i 65 anni, pari a 28 milioni di persone, segue almeno un influencer sui social media. Ma 7 milioni di individui seguono in media 11 o più influencer ciascuno.
Questi numeri evidenziano quanto i creator possano raggiungere un vasto pubblico, paragonabile a quello della televisione, attraverso i loro messaggi diretti e immediati.
Questi dati emergono da una survey condotta dalla società di ricerche Eumetra e dall’Università di Pavia.
I canali social sono ormai strumenti di comunicazione veri e propri e accolgono una vasta gamma di messaggi. L’importanza dei messaggi non si limita solo ai content creator con un grande seguito, poiché la rete “social” ha reso più accessibile a professionisti la trasformazione in content creator e influencer nel proprio settore di competenza.
Questo sviluppo ha permesso anche a piccole aziende di raggiungere un vasto pubblico di utenti profilati, che rappresentano potenziali clienti.
La risposta è affermativa, ed esse variano in base all’età degli utenti italiani.
La Gen Z, che comprende le persone nate tra la metà degli anni ’90 (dal 1997, più precisamente) e il 2010, preferisce YouTube, Instagram e TikTok.
Nel caso dei Millennials, individui nati tra la metà degli anni ’80 e la metà dei ’90, essi trascorrono più tempo su Instagram, Telegram e Facebook. Infine la Gen X, che include coloro nati tra la metà degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80, mostra ancora un forte attaccamento a Facebook.
È interessante notare che la maggior parte degli utenti Gen Z è passiva sui social, ossia consuma contenuti senza crearne di propri. Solo circa il 30% di questa fascia d’età contribuisce alla creazione di contenuti, mentre gli utenti più anziani, al contrario, tendono a concentrare il loro tempo online in modo più mirato e attivo.
E poi, di cosa si parla sui social? Argomenti come cucina e alimentazione, viaggi e musica sono i più seguiti sui social, occupando le prime posizioni tra i più gettonati. Anche abbigliamento e tecnologia godono di una buona popolarità.
Ma un aspetto curioso da ricordare è che gli utenti spesso seguono gli influencer per la persona stessa, indipendentemente dagli argomenti trattati, attratti forse dal fascino della loro vita – o da quella che raccontano.
Mentre le generazioni più anziane seguono gli influencer per interesse per gli argomenti trattati, divertimento e intrattenimento, la Gen Z si divide tra coloro che seguono per divertimento e altri che sono incuriositi dalla vita dell’influencer, come dicevamo, dai luoghi che visita, a cosa indossa, alle posizioni che prende, fino alle scelte di acquisto.
La Gen Z si identifica fortemente con le piattaforme social, considerandole un “mondo” – se non, in qualche caso, “il mondo” – e cerca l’interazione personale, simile alla vita reale.
Gli utenti, in particolare la Gen Z, smettono di seguire un influencer quando questi perdono autenticità o quando sono coinvolti in scandali.
I social media sono visti come luoghi autentici per la comunicazione da parte delle giovani generazioni, e il tradimento della fiducia porta prima a tanta delusione, e poi anche all’abbandono.
La maggior parte degli intervistati desidera che gli influencer mantengano autenticità nei loro contenuti, anche se riconoscono che alcune cose possono essere costruite.
I cosiddetti boomer – che a livello tecnico sono i nati durante il baby boom italiano degli anni 60 – sono più critici riguardo ai contenuti sponsorizzati, considerandoli meno credibili rispetto alle generazioni più giovani.
Ad ogni modo, i numeri del sondaggio parlano molto chiaro: gli influencer hanno ormai un lavoro incredibilmente affermato – di cui qualche anno fa mettevamo in dubbio la natura – e un seguito che copre diverse generazioni. Questo legame è un legame quotidiano, virtuale e reale allo stesso tempo.
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