Una volta a Napoli, uno dei panorami che più stringono cuore e gola è quello che si può ammirare se si sale sino all’Eremo dei Camaldoli, sul punto più alto delle colline partenopee.
I pellegrini per secoli ci sono arrivati a piedi, fermandosi a tappe solo per la notte. Ai piedi del casale utilizzato per l’ultimo bivacco prima della meta -oggi diroccato ma con ancora visibili forno, pozzo e camino- trovano posto degli ordinati terrazzamenti vista mare, luminosi e ariosi, interamente vitati, digradanti verso la città. Sono i terrazzamenti della Vigna Jossa.
Siamo nell’area di produzione vitivinicola dei Campi Flegrei e la Vigna Jossa di Cantine Astroni è una delle vigne metropolitane più suggestive dell’intera denominazione di origine di appartenenza. Siamo attorno ai 250 metri di altitudine sul livello del mare, distante in linea d’aria poco più di cinque chilometri.
Vigna Jossa è il nuovo progetto di valorizzazione del territorio di Gerardo Vernazzaro, responsabile dell’intera filiera produttiva di Cantine Astroni, azienda a gestione familiare e storica dell’areale flegreo.
E sulla parola “territorio” Vernazzaro ha le idee chiarissime. “In un immaginario film del vino, l’attore principale per me non è il vitigno ma il territorio con tutte le sue caratteristiche pedoclimatiche e geologiche. Il coprotagonista è il vitigno, e il produttore o l’enologo interpretano il registra. Il registra deve avere uno spirito neorealista e osservare la realtà evitando di intervenire sovrastando il ruolo predominante del territorio”, afferma Vernazzaro.
“Ho deciso che è arrivato il momento di non vendere più il vitigno ma dare rilevanza al territorio, alla bellezza terrificante, vulcanica, marina, naturalistica e archeologica dei Campi Flegrei”.
Inserendo le coordinate GPS 40°52’06.9″N 14°10’11.3″E su maps si può fare un viaggio virtuale sui tre ettari impiantati una decina di anni fa sulla collina dei Camaldoli, dopo un attento lavoro di studio e preparazione dei suoli.
Vigna Jossa è la vigna che raccoglie tutta l’esperienza acquisita in venti anni – sia come selezione massale sia come studio dei suoli – dai vigneti in proprietà sul cratere degli Astroni (Oasi WWF), dove è situata anche la cantina, e dai vigneti della Tenuta dei Camaldoli, a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla Jossa e appena più alta in quota (attorno ai 300 metri slm).
Nella parte alta dei terrazzamenti della Vigna Jossa, un ettaro e mezzo, su terreni sabbiosi e poveri di scheletro, è dedicato al piedirosso. Sono stati utilizzati almeno dieci biotipi di piedirosso -vitigno rosso tipico dei Campi Flegrei- provenienti dai vigneti dei dintorni, ma anche da Monte di Procida, Cuma, Ischia, fino ad arrivare a Tramonti in Costiera Amalfitana: un parco giochi per gli appassionati di agronomia. Un piccolo pianoro inoltre è stato destinato al recupero di alcune piante di sciascinoso, altro vitigno rosso tipico di zona.
Le uve per il Campi Flegrei Bianco Tenuta Jossa 2018 di Cantine Astroni invece arrivano dall’ettaro e mezzo che costituisce la parte bassa dei terrazzamenti, dedicati alla falanghina per il 90% e al fiano per la restante parte. Per lungo tempo e fino agli anni Settanta in questa porzione di terreni c’era un allevamento di vacche, la cui eredità organica ha reso naturalmente fertili questi appezzamenti. Si aggiunga a questa “piccola fortuna” che la conduzione agronomica di tutto il vigneto è interamente biologica.
Arriva da qui un bianco raffinato e minuzioso, dalle notevoli risorse aromatiche. Profuma di lime, mandorla, pesca bianca, biancospino, iodio, agrumi e qualcosa di affumicato e gessoso. Si concede al sorso con un carattere dinamico e ricco di tensione, con spiccate freschezza e salinità e un epilogo espressivo e pieno di sapore su rimandi ancora agrumati e salini. La parola che ricorre sul taccuino della memoria è “dissetante”. Se non fosse qui di seguito segnalato, non ci si accorgerebbe facilmente che due terzi delle uve per produrre questo vino sono vinificate in anfore (per gli addetti: una Clyver e una Tava, tipologie di anfore vinarie che mantengono l’ambiente in riduzione) e un terzo in acciaio. È seguito un anno di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.
L’annata 2018 è il primo imbottigliamento del Campi Flegrei Bianco Tenuta Jossa che attualmente è prodotto in poco più di un migliaio di bottiglie: arriveranno a circa seimila, quando tra qualche anno il vigneto sarà in piena produzione. Il frutto della vendemmia 2019, non ritenuto all’altezza della prima prova d’autore, non è stato imbottigliato. Ci sarà da aspettare l’uscita sul mercato della vendemmia 2020 per godere ancora della bontà di questo particolare vino bianco flegreo. Per trovare invece la dicitura Vigna Jossa in etichetta c’è da attendere la vendemmia 2022.
Quella del Campi Flegrei Bianco Tenuta Jossa, inoltre, è la prima etichetta tra i vini di Cantine Astroni in cui compare graficamente il mare. Un modo in più per sottolineare che si è di fronte a vini prodotti da suoli vulcanici che devono essere considerati anche vini di costiera, ossia vini che risentono in modo molto diretto dell’influsso marino.
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