In Europa riaprono i confini interni: le frontiere esterne da luglio

La Commissione europea, sulla base dell’importante miglioramento della situazione epidemiologica registrato in Europa, raccomanda a tutti gli Stati dell’area Schengen di riaprire i confini interni entro lunedì 15 giugno.
Quanto alle frontiere esterne all’UE, il piano è quello di riaprirle, seppur gradualmente, a partire dal primo luglio, con l’intenzione di dare una spinta alle economie e al settore del turismo, tra i più colpiti dagli effetti dell’emergenza coronavirus.

Europa: le nuove raccomandazioni per l’allentamento delle misure

“Mentre dovremo tutti stare attenti, è giunto il momento di preparare concretamente l’allentamento delle restrizioni con i Paesi la cui situazione sanitaria è simile a quella dell’Ue e per riprendere le operazioni sui visti”.
Lo ha riferito la commissaria agli Affari interni Ue, Ylva Johansson, in conferenza stampa, presentando le nuove raccomandazioni dell’Esecutivo comunitario, pubblicate sul sito ufficiale della Commissione europea.
Nel documento, sono riportati una serie di criteri di allentamento delle restrizioni anche dei confronti dei Paesi terzi, oltre a un elenco delle prime Nazioni a cui l’Ue intende riaprire nell’immediato.
“La condizione epidemiologica dei Balcani è simile a quella dei Paesi europei”, ha riferito Ylva Johansson. Pertanto Albania, Kosovo, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia, saranno probabilmente tra i primi Paesi a ricevere il “semaforo verde” da parte dell’Europa.

“Sarà difficile riuscire a mantenere un approccio coordinato e unitario”

Sembra, dunque, essere sempre più vicino sia il ripristino della libera circolazione nell’area Schengen che l’apertura dei confini esterni. Bruxelles, nelle nuove linee guida, nonostante non abbia competenza nella gestione delle frontiere, invita i ministri europei a prendere decisioni coordinate, tenendo in considerazione l’evoluzione delle condizioni sanitarie in ogni Paese.
“Sarà difficile riuscire a mantenere un approccio coordinato e unitario”, ha aggiunto la commissaria, assicurando di aver visto tra i rappresentanti degli Stati UE la disponibilità a coordinarsi in un approccio unico almeno sulle riaperture, dal momento che sulle chiusure ogni Paese ha fatto da sé.

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