Da Taiwan il braccio-robotico che esegue i tamponi

E se il tampone per individuare la presenza di COVID-19 ve lo facesse un braccio-robotico?

Una delle parole più usate in queste mesi è stata “tampone“. Più i tamponi mancavano negli ospedali, più erano presenti nei discorsi sulla salute pubblica. In questo momento, in cui il timore di una seconda ondata si fa sempre più strada anche qui in Italia, i tamponi sono tornati più che mai protagonisti.

Da Taiwan arriva il nuovo braccio-robotico

L’emergenza sanitaria è riuscita a portarci verso un nuovo approccio alla tecnologia, accelerando il processo di digitalizzazione. Un’azienda di Taiwan, Brain Navi, ha realizzato un robot in grado di effettuare in modo automatico i tamponi. Una soluzione che, diffusa su larga scala, porterebbe una drastica riduzione dei rischi di contagio.

L’esame si eseguirà limitando i contatti tra personale sanitario e pazienti. Il braccio-robotico è dotato di un autopilota e utilizza delle funzioni simili a quelle del sistema di navigazione per la chirurgia cerebrale. Lo strumento, inoltre, integra il riconoscimento facciale e le immagini in 3D.

Tecnologia e tempismo

Tempismo, centralizzazione e tecnologia: questi gli elementi che possono essere considerati alla base del successo di Taiwan nella battaglia contro la pandemia di Covid-19. Il braccio-robotico è una delle tante innovazioni del paese asiatico per contenere il contagio.

La strategia di Taiwan – scrive Foreign Policy – utilizza una combinazione di vigilanza precoce, misure pro-attive, nonché l’utilizzo della tecnologia sotto forma di analisi di big data e piattaforme online. Tutto ciò’ eseguito con un alto livello di trasparenza e impegno da parte della popolazione.

Per garantire il coordinamento, Taiwan ha istituito un centro di comando unificato, guidato dal ministero della sanità e del benessere, con briefing giornalieri e controllando la comunicazione pubblica. Le autorità si sono mosse rapidamente per rintracciare le persone contagiate e mappare i casi per identificare le fonti del contagio. Sono state avviate importanti campagne per educare la popolazione sui rischi della malattia e sulle precauzioni da prendere attraverso avvisi e poster televisivi.

Le persone che si sono sottoposte all’auto-quarantena sono state chiamate con frequenza da funzionari e sono stati rintracciati i loro telefoni, per assicurarsi che non lascino la loro residenza.

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