Il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, ed ex numero uno del CONI, Gianni Petrucci, punta sul gaming competitivo e sugli eSports per far crescere il movimento: “Ampliamo il dialogo con appassionati e tesserati. Videogiochi alle Olimpiadi? E’ la strada giusta, all’interno di regole precise, però”.
Presidente Petrucci, da dove nasce l’apertura della FIP al mondo degli eSports?
È la naturale conseguenza dell’attenzione che da sempre la FIP ha per l’universo giovanile e dintorni. È vero che la Federazione, istituzionalmente, rappresenta le società, ma le società sono formate da ragazzi e ragazze dai 5 ai 35 e più anni, per cui organizziamo attività a tutti i livelli. La pallacanestro, gioco di regole e valori, con l’avvento del digitale, si è proposta anche online con i giochi agonistici: è un nostro dovere, ma anche un nostro piacere, esserci per ampliare il dialogo con quelle stesse persone che sono i nostri i tesserati, e se non lo sono ancora, lo potrebbero diventare.
Quali progetti porta avanti la Federazione in ambito eSports e quali piani per il futuro?
Con la nostra prima eNazionale, ribattezzata etalbasket, abbiamo partecipato con buoni risultati (primi, terzi e quinti) alle tre edizioni di FIBA Esports Open organizzati dalla Federazione internazionale. Abbiamo avvertito la necessità, vista l’attenzione suscitata, non solo di partecipare, ma anche di organizzare competizioni per diventare un punto di riferimento negli eSports. Nel momento in cui parliamo abbiamo organizzato quattro tappe del FIP eBasket Tour per PlayStation4 e Playstaion5, su NBA2K, per cui abbiamo raggiunto un accordo con il publisher 2K Games che produce il videogame. L’intesa con 2K Games è stata raggiunta anche grazie all’invento della NBA.
Che riscontri avete avuto in termini di pubblico e commerciali da quando avete intrapreso il vostro percorso negli eSports?
Stiamo valutando quelli di pubblico, che ci incoraggiano a proseguire su questa strada, mentre sappiamo bene che non potremo mai avere lo stesso seguito dei giochi riservati al calcio.
Quali relazioni vede tra lo sport virtuale rappresentato dagli eSports e lo sport reale come il basket giocato?
Emozione, agonismo, rispetto delle regole, creatività, talento e tanto lavoro per competere al massimo. Sono criteri spendibili ed applicabili ad entrambe le discipline.
Anche in qualità di ex presidente del CONI, come valuta l’ingresso degli eSports come discipline alle Olimpiadi?
Beh, i puristi hanno storto il naso. È anche vero che la linea tradizionalista avrebbe tenuto fuori dai Giochi anche lo snowboard, da quelli invernali, e il 3×3 da quelli estivi che invece hanno avuto un gran successo. Il CIO ha dimostrato nel tempo di essere sensibile alle novità proposte dalla società per coinvolgere i più giovani. È la strada giusta, all’interno di regole precise, però.
Infine, nell’anno dei 100 anni della FIP, cosa si augura per il movimento (al di là degli eSports)?
Sconfiggere il virus e il ritorno alla normalità. In altre parole: la salute prima di tutto. Il che avrebbe comunque ricadute positive sul basket, ma anche su tutti gli altri sport, a cominciare dalla possibilità di poter tornare a riempire i palazzetti al cento percento della capienza.