Il movimento eSports in Italia conta ormai milioni di appassionati e genera interessanti numeri anche a livello economico. Le società di calcio stanno creando i propri team per partecipare alle competizioni virtuali e le federazioni si stanno muovendo per regolamentare il settore e sfruttare al meglio questo enorme bacino di utenti.
In una intervista esclusiva ai microfoni di Newsby, Marcel Vulpis, vicepresidente della LegaPro con delega agli eSports, traccia la linea per il futuro: “Serve una crescita graduale, facciamo in modo che non sia un fenomeno passeggero”.
La scommessa vera da parte di tutti è ingaggiare i tifosi giovanissimi che già esistono e che seguono i videogiochi competitivi. Se i club, soprattutto quelli di Serie A, hanno la struttura per coinvolgere i ragazzi, è fondamentale che comincino a organizzare eventi o iniziative che uniscano lo sport reale a quello virtuale: penso a tornei eSports nei giorni delle partite di calcio, o giornate di incontri tra appassionati di videogiochi e calciatori professionisti. E’ importante unire eSports e sport reali, perché i secondi potranno trarre molti vantaggi dai primi, soprattutto nell’ottica di intercettare le nuove generazioni che ormai preferiscono FIFA o PES piuttosto che andare allo stadio.
Quello degli eSports è un mercato in grandissima espansione, ma rappresenta solo la punta di una piramide. In Italia c’è ancora tanto da fare, sia da un punto di vista economico che legislativo, ma bisogna lavorare perché le cose avvengano: se nei prossimi 2 o 3 anni non ci sarà un’accelerazione sotto tutti gli aspetti, il rischio è che il movimento degli eSports si sgonfi. Quindi è necessaria una crescita graduale e regolamentata, senza soffermarci sui numeri del presente, ma guardando al futuro per evitare che si crei una bolla. Il mercato italiano è molto strano, anche nello sport reale: dobbiamo essere in grado di sfruttare questa onda, così come dobbiamo imparare a sfruttare meglio i successi dei nostri atleti olimpici.
Ormai la Lega A e la Lega B sono posizionate in modo significativo e organizzano molti eventi che hanno ad oggetto videogiochi a tema calcio. Noi come LegaPro stiamo avviando adesso un percorso che porterà alla creazione di una eSerieC entro il 2022. All’inizio coinvolgerà solo alcuni club, ma l’obbiettivo è crescere sempre di più per arrivare entro il 2024 a un vero e proprio campionato virtuale di Serie C. Per noi i tempi sono più lunghi, ma la base è ottima: siamo già in contatto con un partner importante e quest’estate abbiamo organizzato un torneo con 11 team vinto dal Palermo. Gli eSports sono uno dei pilastri della LegaPro e del calcio in generale del prossimo triennio.
Ci auspichiamo che tutti i club aprano sezioni eSports nei prossimi anni. L’importante è partire, per poi crescere passo dopo passo creando una cultura sportiva ed esportiva. E non solo su FIFA o sui giochi a tema calcio, ma anche sugli altri videogiochi come Fortnite. Dalle società di calcio abbiamo raccolto feedback positivi, i club ci stanno chiedendo come possono creare un loro team e si stanno attrezzando per farlo. Bisogna essere aperti, moderni e dinamici e avvicinarci ai millenials: questo i club di Serie A, B e anche LegaPro lo hanno capito.
Il CONI ha avviato un discorso per cercare di creare una federazione degli eSports. Lo stesso CIO ha dato direttive per questo progetto e ovviamente tutti si stanno adeguando. E’ la naturale conseguenza dello sviluppo degli eSports, quindi sarà questione di tempo la nascita di una Federazione Esports al pari delle altre federazioni sportive. Anche la FIGC vede molto positivamente queste attività ed è in prima linea nell’apertura al mercato degli eSports: solo così si intercettano nuovi sponsor e nuovo pubblico.
E’ un tema molto caldo ed è inevitabile che prima o poi vedremo i videogiochi competitivi anche alle Olimpiadi. Sicuramente entro Los Angeles 2028, ma attenzione anche a Parigi 2024. I francesi sono molto attenti agli eSports e la Francia è tra i paesi europei meglio sviluppati in ambito eSports. Anche qui, il processo sarà lungo e graduale, sempre nell’ottica di non bruciare le tappe e non rendere gli eSports un fenomeno passeggero.
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