Gli eSports, movimento sociale del presente e del futuro, per rilanciare proprio il futuro della Sardegna e dei piccoli centri abitati dell’isola. Un esperimento, quello andato in scena sabato 18 dicembre, che ha visto protagonista il torneo “Rebirth Sardegna”, una competizione di Call of Duty giocata da più di venti tra player professionisti e altrettanti ragazzi.
Affidandosi alla potenza comunicativa degli eSports, l’obbiettivo è stato quello di analizzare il ruolo che possono avere i videogiochi per la rinascita delle piccole comunità e dei territori sensibili. Il torneo ha avuto sede virtuale a Baradili, location più che mai simbolica in quanto paese più piccolo della Sardegna (con appena 76 abitanti) che ha investito sugli eSports come strumento di coinvolgimento della comunità e di lotta all’isolamento.
Tra i videogiocatori professionisti che hanno preso parte al torneo “Rebirth Sardegna” anche Marco Filograsso, @savyultras90, gamer professionista, tra i giocatori più qualificati a livello globale, creator e partner di Twitch, affiancato da uno dei ragazzi di Baradili. “Rebirth Sardegna” è un invito a “rinascere”, a trasmettere i valori positivi dell’eSports e a far passare un concetto, ancora molto difficile da trasmettere: i videogame, se posti all’interno di un contesto di consapevolezza e comprensione, possono essere strumenti educativi e di aggregazione, in linea con l’utilizzo che ne fanno le nuove generazioni.
Il torneo è stato uno dei risultati di un progetto di innovazione sociale sostenuto dall’amministrazione di Baradili e realizzato da Nabui Società Benefit, che interpreta il gioco come strumento capace di attivare relazioni, avvicinare le generazioni e agire sul benessere psico-fisico soprattutto in contesti di isolamento e spopolamento. L’iniziativa, cominciata a distanza nel 2020 durante la pandemia, con il coinvolgimento dei giovani della comunità, è proseguito nel 2021 con maggiore forza e con un’attività svolta insieme agli anziani del paese: un gruppo di over 60 ha partecipato a un programma sperimentale di eSports per la terza età. Attraverso il supporto di un team specializzato, infatti, alcuni anziani hanno utilizzato la console per stimolare le relazioni all’interno della comunità, accorciare il gap generazionale e mettersi in movimento dal punto di vista fisico e mentale.
“A Baradili stiamo sperimentando un modello del tutto inedito di benessere psico-fisico che passa attraverso l’osservazione dei nuovi linguaggi e delle nuove dinamiche di aggregazione sociale”, ha dichiarato Tomaso Ledda, amministratore di Nabui. “Nel mondo post-pandemico parlare di una distinzione tra spazio virtuale e spazio fisico rischia di essere fuori contesto: l’uno fluisce nell’altro in modo organico, comprendere questo significa reinterpretare il concetto di comunità e coesione sociale”.
“Crediamo fortemente che la creatività dei ragazzi del paese possa essere un motore di sviluppo e coesione per tutta la comunità”, ha aggiunto Marianna Camedda, neosindaca di Baradili. “Per questo nei nostri programmi un capitolo importante è riservato all’investimento nella creazione di spazi innovativi di aggregazione”. Insomma, con gli eSports il futuro è alle porte e se ne stanno accorgendo anche lontano dalle grandi metropoli: una forza che può aiutare anche il turismo, uno strumento per la ripresa economica e sociale.
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