Il turismo nell’estate 2020 continua a pagare a un prezzo salatissimo allo scoppio della pandemia e all’emergenza Coronavirus. E a farne le spese sarà anche il traffico aereo, dato che si calcola che un volo su tre, tra quelli che erano previsti in Italia nel mese d’agosto, rischia di essere cancellato. Con importanti conseguenze a diversi livelli.
L’allarmante dato è stato fornito al ‘Corriere della Sera’ da ‘Oag’, piattaforma internazionale specializzata nelle informazioni legate a viaggi aerei e compagnie di volo. Ebbene, secondo le informazioni raccolte dal provider internazionale, la situazione italiana è particolarmente pesante. Anche peggiore rispetto a quella che si vive all’estero. E che potrebbe dare vita a contenziosi tra passeggeri, autorità nazionali di tutela dei consumatori e compagnie aeree.
‘Oag’ ha stabilito i numeri della crisi che il mercato affronterà nel mese di agosto. Analizzando i database delle compagnie di volo è stata infatti in grado di calcolare che nel mese di agosto saranno cancellati quasi 771 mila viaggi aerei in tutto il Pianeta. Lo studio nasce da quanto registrato il 22 giugno, quando la programmazione prevedeva 3,03 milioni di decolli. Il 20 luglio erano 2,26 milioni, con un calo superiore al 25%.
Ancora peggiore è il dato che riguarda la sola Europa. Qui le compagnie di volo avevano previsto 95,28 milioni di viaggi il 22 giugno, che però il 20 luglio erano diventati 63,67 milioni. Con un calo complessivo che sfonda il muro del 33%. Restando solo in Italia si è invece passati da 9,62 milioni a 6,69, cioè -30,5%.
Le cause sono molteplici. Alcuni di questi posti sono scomparsi perché il relativo volo non è stato nemmeno proposto per la vendita. Altri derivano dall’incertezza dei vettori, che non erano certi di ciò che sarebbe avvenuto al termine del lockdown. La maggior parte è però composta da viaggi che erano effettivamente a disposizione della clientela, ma che semplicemente non sono stati venduti. Con la conseguenza che chi invece aveva previsto di partire rischia di vedere il suo aereo restare fermo. E anche se l’Enac vorrebbe che le compagnie permettessero la scelta tra un rimborso e un buono da utilizzare in un altro momento, la situazione sembra difficilmente districabile.
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