È il Tax Day. Scade infatti oggi, lunedì 20 luglio, il termine per il versamento dell’Irpef a saldo 2019 e dell’acconto per il 2020 per tutti i lavoratori autonomi. Le partite Iva e i loro commercialisti hanno sperato fino all’ultimo in un nuovo rinvio della scadenza da parte del Governo in considerazione delle difficoltà economiche attraversate negli ultimi mesi per la crisi causata dal Coronavirus e anche dei ritardi nella produzione di documenti contabili a causa della prolungata chiusura degli uffici, ma questo non è avvenuto e oggi bisogna pagare. Molti studi di commercialisti hanno lavorato anche di sabato e domenica per cercare di arrivare in tempo, compilando gli F24 per i pagamenti che dovranno essere processati dalle banche, sperando anche in queste ultime ore a disposizione che non si verifichino problemi nella trasmissione dei dati.
Sul Tax Day incombe anche la minaccia di sciopero da parte delle associazioni di categoria dei dottori commercialisti. Con un comunicato congiunto il Consiglio nazionale e tutte le sigle sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc,Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdec, Unico) hanno sottolineato la drammaticità della situazione sociale causata dall’emergenza coronavirus e dal lockdown. “Siamo convinti”, si legge nel comunicato, “che il Governo si stia esponendo a una magra figura, perché, tanti meno saranno i contribuenti che autonomamente sceglieranno di non versare il 20 luglio ma il 20 agosto con maggiorazione dello 0,4%, tanto più sarà inevitabile per il Governo fare marcia indietro e riaprire i termini di versamento senza sanzioni fino al 30 settembre, come già avrebbe dovuto fare”.
“Strumentalizzare politicamente la questione dei versamenti dovuti il 20 luglio e fare passare il governo come nemico dei contribuenti è assurdo, se pensiamo a quanto è stato deciso in questi mesi”, scrive il viceministro dell’Economia Antonio Misiani in un post su Facebook, spiegando “spostare anche i versamenti di giugno (già prorogati al 20 luglio) a settembre creerebbe un grande ingorgo fiscale, in un periodo nel quale tra l’altro i dati puntuali dei versamenti sono necessari per la stesura dei documenti di programmazione economica e finanziaria del governo”. Misiani prosegue dicendo che “per Isa e forfettari, per venire incontro alle richieste soprattutto dei piccoli studi professionali, il governo è già intervenuto posticipando la scadenza del 30 giugno al 20 luglio, oppure al 20 agosto con una maggiorazione dello 0,4%”.
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