Una risposta dei mercati da far tremare i polsi, inclusa quella di Piazza Affari. La Borsa di Milano ha infatti perso in un solo colpo più del 5%, dopo che la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha annunciato lo stop agli acquisti di titoli di Stato e il primo rialzo dei tassi da 11 anni. A livello macroeconomico, il primo effetto è stato il tracollo delle Borse e la crescita dello Spread (arrivato in Italia a 225, con un dolorosissimo +4%). Ma per i comuni cittadini, nel concreto, che cosa cambia?
Il punto più delicato è quel rialzo dello 0,25% dei tassi, che entrerà in vigore a luglio. Tanto più che il Consiglio direttivo della Bce ha già spiegato di attendersi “un nuovo aumento a settembre. La cui calibrazione dipenderà dalle prospettive aggiornate per l’inflazione a medio termine“. Al netto dei problemi per gli Stati e anche gli istituti bancari (a loro volta in fortissima difficoltà in Borsa), a tremare sono soprattutto coloro che hanno un mutuo in corso.
La novità sarà particolarmente pesante e dolorosa per coloro che stanno pagando un mutuo a tasso variabile. Con il rialzo di 25 punti base per i tassi, operativo da luglio, già a fine anno l’aumento potrebbe arrivare a 75 euro ogni mese. Questo secondo le proiezioni che ‘Facile.it’ ha effettuato su finanziamenti di durata ventennale e per una cifra complessiva di 120 mila euro.
Il problema riguarda l’indice Euribor a tre mesi, che attualmente è pari al -0,30% e che entro la fine del 2022 potrebbe arrivare vicino all’1%. Per questo i tassi variabili saliranno fino al 2,20% circa, aumentando le rate mensili dei fatidici 75 euro. Ancora peggiori sono però le proiezioni da qui al prossimo anno. In vista del mese di giugno 2023, infatti, l’Euribor potrebbe raggiungere quota 1,75%, il tasso variabile il 2,95%. E questo renderebbe le rate mensili più costose di quasi 120 euro.
Discorso diverso, va da sé, per i tassi fissi. Nonostante le decisioni della Bce, infatti, questi non subiranno cambiamenti immediati. Il problema riguarda però chi ancora non ha sottoscritto un mutuo, e intende aprirne uno nuovo proprio in questa delicatissima fase. Tanto più che, fino a qualche mese fa, il periodo sembrava particolarmente propizio per acquistare una nuova casa.
In questo caso, infatti, il problema sta nei tassi iniziali che si sottoscrivono al momento dell’apertura del mutuo, e che poi non cambiano più. In questo caso l’indice da verificare è l’Eurirs a 20 anni, che già aveva vissuto un autentico decollo dall’inizio del 2022. Allora, infatti, era fermo a 0,6, mentre in data 9 giugno è già arrivato a quota 2,18. E peraltro, secondo gli analisti, continuerà ancora a crescere a dismisura. Rendendo in questa fase particolarmente difficoltoso accedere a prestiti bancari. Anche per i cittadini che, prima di questo terrificante 2022, avrebbero presentato tutte le garanzie in regola per un finanziamento molto vantaggioso.
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