Cambia ancora la regolamentazione nazionale che riguarda lo smart working. Si tratta di una estensione temporale del regime di tutele per i lavoratori fragili. Che quindi, anche con la riduzione delle restrizioni anti Covid, potranno continuare le proprie mansioni con le garanzie che hanno contraddistinto i due anni della pandemia.
L’emendamento, come ha riferito il ministero del Lavoro, è stato “fortemente sostenuto dal ministro Andrea Orlando“. Riguarda sia la pubblica amministrazione che il settore privato, e presenta una doppia novità. Ecco quindi come funzionerà lo smart working nelle prossime settimane e mesi, che cosa cambia da adesso e che cosa invece rimane uguale.
Ricordiamo che lo smart working ha il significato di “lavoro agile“, e non a caso ha alleggerito una serie di problemi e di costi a vantaggio di chi svolge la propria mansione tra le mura domestiche. L’ultimo decreto Covid, datato 17 marzo 2022, lo aveva prorogato fino al 30 giugno 2022, dando ai lavoratori più tempo per prepararsi al ritorno in presenza (che per alcune categorie è già avvenuto). Alcuni di essi, però, non hanno superato i problemi degli ultimi mesi. Altri, invece, hanno vissuto un sostanziale miglioramento delle proprie condizioni generali. E tanto il Governo quanto il Parlamento sono perfettamente consapevoli di entrambe le casistiche.
Ora, infatti, la questione è finita in Commissione Affari Sociali alla Camera. E qui è arrivata l’approvazione all’emendamento che proroga al 30 giugno 2022 il regime di tutela per i lavoratori fragili. Ciò significa che si garantisce il diritto allo smart working a questi ultimi. Per alcune categorie dei quali, peraltro, il lavoro in modalità agile è equiparato al ricovero ospedaliero. Stesso diritto, poi, va ai genitori i cui figli presentino analoghe fragilità.
L’altra proroga riguarda il ricorso allo smart working che il lavoratore può prendere senza previo accordo individuale con il proprio datore. Secondo le precedenti normative, tale regime di comunicazione semplificata sarebbe scaduto il prossimo 30 giugno, ora invece sarà spostato al 31 agosto. “In questo modo – affermano in una nota i capigruppo del M5S nelle commissioni Affari sociali, Affari costituzionali e Lavoro della Camera – le lavoratrici e i lavoratori affetti da patologie che ne determinano la vulnerabilità, potranno continuare a svolgere le proprie mansioni in totale sicurezza. In questa fase di ripresa è importante continuare a tutelare la salute delle persone più fragili con prudenza e responsabilità“.
Soddisfazione anche per Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione. “Abbiamo dato una risposta a una domanda di tutela che non poteva rimanere inevasa. Un altro impegno mantenuto dal Governo“, ha affermato anche quest’ultimo in una ulteriore nota. Lo smart working, pur contestato da alcune categorie commerciali, è stato in questi mesi sostanzialmente promosso dagli italiani. Il 61% lo valuta infatti positivamente, mentre il 31% al contrario denuncia addirittura impatti negativi sulle proprie condizioni psicofisiche.
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