La preoccupazione per la fornitura del gas dalla Russia all’Europa è esplosa nelle ultime ore, dopo il decreto con cui Vladimir Putin ha obbligato i “Paesi ostili” al pagamento in rubli. E con il prezzo della materia prima schizzato nuovamente alle stelle, l’attenzione generale si è spostata sull’effettivo approvvigionamento. Con Gazprom che, in tal senso, ha voluto precisare la situazione.
Da un lato ci sono le richieste (anzi, i diktat) del governo della Russia. Dall’altro le esigenze di mercato di una compagnia che ha affari in tutto il mondo, con l’Europa tra i propri partner privilegiati. E proprio per questo Gazprom ha spiegato come intende muoversi per continuare a garantire la fornitura di gas senza però indispettire il Cremlino. Anzi, di fatto aiutandolo: ecco come.
La tensione era esplosa in mattinata, quando per qualche ora il flusso di gas tramite il gasdotto Yamal-Europe si era arrestato. Interruzione che, secondo quanto appreso da ‘Bloomberg’ tramite l’operatore di rete ‘Gascade’, era dovuto a una precisa iniziativa di Gazprom. Sotto media, ma fortunatamente non di molto, le spedizioni tramite il gasdotto Nord Stream (che, dalla Russia, attraversa l’Ucraina invece che la Bielorussia). Eppure la versione della compagnia è completamente diversa, se non addirittura opposta.
Secondo Sergey Kupriyanov, portavoce di Gazprom, la fornitura all’Europa raggiungerà nell’intera giornata di venerdì oltre 104,4 milioni di metri cubi di gas. Una quota che corrisponde al massimo di quanto gli attuali contratti permettano. E non è tutto, perché la spiegazione dello stop del gasdotto Yamal avrebbe una giustificazione. La sua causa sarebbe l’inversione del flusso, indispensabile per distribuire il gas giunto dalla Russia in Germania e veicolarlo agli altri Paesi d’Europa. Addirittura, secondo la compagnia, il flusso verso Italia, Polonia e Turchia sarebbe aumentato rispetto all’anno scorso.
L’altro nodo, però, riguarda i pagamenti. Se infatti il gas è ora da pagare in rubli, la Russia garantisce che darà all’Europa il tempo di adeguarsi. “Gli acquirenti stranieri di gas russo hanno ancora settimane di tempo a disposizione per pagare le forniture in rubli“, ha affermato Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. Da parte sua, invece, Gazprom spiega di essere disposta a ricevere ancora pagamenti in euro. Purché i compratori versino tali somme su conti aperti presso Gazprombank.
Uno schema commerciale che sembra avere lo scopo di aggirare le sanzioni che bloccano le transazioni della Banca centrale di Russia sul mercato internazionale. In tal senso il comunicato della compagnia energetica parla chiaro. “Gazprom rispetta incondizionatamente e pienamente le richieste della legge russa“, afferma. D’altro canto il Cremlino garantisce che le forniture di gas “non saranno assolutamente interrotte dal 1° aprile“. Anzi, risulta che siano potenziate. Peccato che Gazprombank stia di fatto sostituendo nelle operazioni internazionali il ruolo di quella banca centrale nazionale sottoposta alle fatidiche sanzioni. Il cui valore effettivo, però, appare decisamente depauperato.
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