Novità in arrivo per i percettori del Reddito di cittadinanza. Stando a quanto riportano le agenzie, dalla riunione a Palazzo Chigi sulla Manovra e il Rdc fra il premier Mario Draghi, i ministri Andrea Orlando, Stefano Patuanelli e Renato Brunetta, i tecnici del Mef e il sottosegretario Roberto Garofoli, è infatti emerso che dopo il rifiuto di un’offerta di lavoro congrua scatterà infatti il décalage.
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Reddito, sospensione dopo il secondo rifiuto
Ciò significa che, nel caso in cui chi riceve il sussidio dovesse rifiutare un posto di lavoro in linea con le proprie competenze, l’importo percepito sarà ridotto. Dal secondo rifiuto, l’erogazione sarà invece sospesa. La decisione del Governo arriva dopo le polemiche delle scorse settimane sui cosiddetti “furbetti” del Reddito. Il nodo era in parte politico.
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Lo dimostrano le parole del segretario della Lega, Matteo Salvini, a margine di una riunione di partito sul tema. “Abbiamo le idee chiare come Lega – ha detto Salvini – su cosa ottenere da questa Manovra per le famiglie e cittadini: l’aumento delle pensioni di invalidità, andando a tagliare i furbetti del Reddito di cittadinanza, e l’aumento della flat tax per partite Iva e autonomi fino a 100mila euro. Queste saranno battaglie parlamentari”.
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Pensioni, nuovi requisiti per Opzione Donna
Alla riunione dell’esecutivo, durata circa un’ora, non ha preso parte il ministro dell’Economia, Daniele Franco, impegnato a Bruxelles. Non è chiaro, al momento, se la Manovrà dovrà tornare o meno in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Si ipotizza infatti che il testo definitivo possa fare un giro di tavolo fra i vari ministri prima del passaggio alle Camere.
Passaggio che dovrebbe avvenire dopo la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato, presumibilmente venerdì. Oltre al Reddito di cittadinanza, il Governo ha messo mano anche al tema delle pensioni. In particolare, l’esecutivo ha rivisto i requisiti di età per l’anticipo pensionistico con Opzione Donna. Dall’ipotesi iniziale di 60 anni, il limite rimarrà infatti di 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome.