Una richiesta chiara e circostanziata, all’indirizzo del Governo. A presentarla è un pool di scienziati, che comprende Luciano Maiani, Giorgio Parisi, Alberto Mantovani, Massimo Inguscio e Angela Bracco. Al centro dell’attenzione ci sono i fondi europei del Recovery Fund e il modo in cui l’Italia intende investirli.
La richiesta degli scienziati italiani al Governo
Nella loro missiva destinata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro per l’Università e la ricerca, Gaetano Manfredi, i 14 scienziati vanno subito al sodo. “Occorre avere il coraggio di una svolta ambiziosa. L’unica realistica possibilità per il rafforzamento della ricerca italiana dipende da come verrà ripartito il Recovery Fund“, è il contenuto della lettera, come spiega l’Ansa.
Gli scienziati osservano cattivi segnali provenienti dall’esecutivo in questa fase. “Purtroppo – evidenziano infatti – nella discussione politica degli ultimi giorni, la ricerca sembra uscita dai radar del Recovery Fund. Questo ci spinge a tornare pubblicamente sull’argomento per ribadire la nostra proposta e fornire un quadro più preciso delle scelte di altri governi“.
Recovery Fund: un confronto con il resto d’Europa
I ricercatori entrano quindi più nello specifico su ciò che, a loro giudizio, dovrebbe rientrare negli investimenti del Recovery Fund. La lettera parla chiaro: “L’investimento di 15 miliardi di euro in 5 anni, pari al 7% della cifra stimata per l’Italia nel piano Next Generation EU, ci permetterebbe di propiziare e accelerare la rinascita che verrà. Essere competitivi sul piano socioeconomico ed essere competitivi nella ricerca sono circostanze che vanno insieme. Oggi vi è una più nitida consapevolezza del valore della ricerca, degli sforzi necessari, della fatica della scienza, e un sostegno sensibilmente maggiore che nel passato da parte dell’opinione pubblica“.
Gli scienziati italiani sottolineano come un investimento nella ricerca del Recovery Fund porrebbe il nostro Paese sullo stesso piano di altre nazioni europee. “La Francia si prefigge di raddoppiare i fondi posti a bando dall’Agenzia Nazionale per la Ricerca per progetti in tutte le discipline, portando a circa 1 miliardo di euro per anno i 450 milioni del 2020“, si aggiunge infatti nella lettera inviata al Governo.