Recovery Fund, c’è l’accordo: Conte esulta, Italia primo beneficiario

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Dopo quasi cinque giorni di estenuanti trattative, l’accordo sul Recovery Fund è finalmente arrivato e alle 5.32 della mattina di martedì. Il testo definitivo è stato approvato all’unanimità dai componenti di un Vertice Ue iniziato venerdì scorso e spesso teatro di durissimi scontri, primo fra tutti quello tra il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il premier olandese Mark Rutte, il rappresentante più ostico dei cosiddetti Paesi ‘frugali’.

Le cifre del Recovery Fund: Italia primo beneficiario

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L’accordo conferma la cifra di 750 miliardi di euro del Recovery Fund. L’insistenza dei ‘frugali’, però, ha fatto sì che 110 dei 500 miliardi a fondo perduto si trasformino in prestiti. Sono quindi 390 i miliardi di euro che rappresentano fondi da non rimborsare, mentre gli altri 360 sono prestiti. Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia (nucleo iniziale dei ‘frugali’ cui si sono aggiunte, in seguito, Finlandia e repubbliche baltiche), ottengono anche un aumento degli sconti ai versamenti al Bilancio comune 2021-2027.

Con questo nuovo equilibrio, l’Italia avrà 81 miliardi di aiuti diretti a fondo perduto (quasi 4 in meno rispetto alla proposta iniziale), e ne guadagna 38 in prestiti, passando a 127 miliardi di euro a questa voce. Con 209 miliardi totali, l’Italia resta il primo beneficiario del Recovery Fund. I soldi degli Eurobond inizieranno ad arrivare nel secondo trimestre del 2021. I leader hanno comunque stabilito che che potranno essere usati in maniera retroattiva per coprire le misure prese dal febbraio 2020. Requisito necessario e sufficiente, in questo senso, sarà la compatibilità con gli obiettivi del Recovery Fund.

L’esultanza di Giuseppe Conte: “Grazie a tutti gli italiani”

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Attraverso un post pubblicato su Facebook, il premier italiano Giuseppe Conte ha commentato l’accordo concluso con una foto che lo ritrae in una simbolica posa di esultanza. Il presidente del Consiglio ha definito quella di lunedì (sfociata all’alba di martedì) una “Giornata storica”.

Giornata storica per l’Europa, e per l’Italia!

Pubblicato da Giuseppe Conte su Lunedì 20 luglio 2020

“Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie – ha poi dichiarato in conferenza stampa lo stesso Conte –. Il governo italiano è forte e l’approvazione di questo piano ne rafforza ulteriormente l’azione. Ora avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Adesso dobbiamo correre“.

Conte ha poi ribadito come l’utilizzo del Mes non sia nei piani immediati del governo: “La mia posizione non è mai cambiata. Il nostro obiettivo non è il Mes, ma valutare il quadro di finanza pubblica e utilizzare tutti i piani che sono nell’interesse dell’Italia. Il piano che oggi approviamo ha assoluta priorità. Ci sono prestiti molto vantaggiosi“.

“Partirà presto task force sul Piano di rilancio – ha poi aggiunto -. Avremo il quadro chiaro dopo il confronto con le opposizioni. Permettetemi comunque di ringraziare tutti gli italiani: in questi giorni sono stato molto impegnato, non ho avuto il tempo di seguire il dibattito interno ma ho avvertito forte il sostegno di tutta la comunità nazionale. Sono orgoglioso di questo risultato, orgoglioso di essere italiano”.

Le reazioni dei leader europei all’accordo sul Recovery Fund

Ha parlato di “Giornata storica per l’Europa” anche Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, mentre la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha commentato: “L’Europa ha dimostrato di essere in grado di aprire nuovi orizzonti in una situazione così speciale”.

Felice anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: “Si tratta di un pacchetto di risorse senza precedenti. Il Recovery and Resilience Facility è stabilito in una maniera molto chiara: è volontario, ma chi vi accede deve allinearsi con il Semestre europeo e le raccomandazioni ai Paesi legate ai sussidi e ai potenziali prestiti”.

Su Twitter, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha commentato scrivendo semplicemente “Deal!”, prima di intervenire in conferenza stampa: “Ce l’abbiamo fatta, l’Europa è forte e unita. È un accordo giusto, un segno concreto che l’Europa è una forza in azione”.

Cosa hanno ottenuto i Paesi Bassi

La forte pressione dei principali rappresentanti dei Paesi ‘frugali’, i Paesi Bassi guidati dal premier Mark Rutte, ha portato alla modifica di diversi parametri inizialmente non previsti nella bozza presentata dalla Commissione Europea all’inizio delle trattative. L’Italia, in questo senso, sarà sorvegliata speciale sull’uso dei finanziamenti. Nella prima proposta di Ursula von der Leyen era stabilito che sarebbe stata la Commissione europea a decidere sui fondi, lasciando ai governi un ruolo marginale. Secondo quanto approvato alla fine del vertice Ue, invece, quando il prossimo autunno ciascun governo proporrà il suo Piano nazionale di riforme, la Commissione deciderà entro due mesi se promuoverlo in base al tasso di rispetto di politiche verdi e digitali, oltre alle raccomandazioni Ue 2019-2020.

Per quanto riguarda l’Italia saranno indispensabili le riforme di pensioni, lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, istruzione e sanità. Rutte ha inoltre ottenuto, nonostante l’opposizione di Conte, che il giudizio di Bruxelles passi dall’approvazione a maggioranza qualificata: un gruppo di Paesi che rappresenta il 35% della popolazione potrebbe bloccarlo. Inoltre, il premier olandese è riuscito a far entrare nell’accordo un ‘Super freno d’emergenza’ per i successivi esborsi, condizionati alla verifica degli obiettivi intermedi del Piano di riforme nazionale.

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