Taglio del cuneo fiscale, riforma degli ammortizzatori sociali, revisione del Reddito di cittadinanza e superamento di Quota 100. Sono tanti i fronti aperti sul tavolo del Governo, attualmente alle prese con la Manovra finanziaria 2021.
Proprio questa mattina il premier Mario Draghi ha convocato la cabina di regia con le forze di maggioranza per discutere questi temi; cui seguiranno un confronto sul Documento programmatico di bilancio (Dpb) e uno sulla Manovra vera e propria che approderanno in Consiglio dei ministri in questi giorni.
Manovra attesa poi per il 20 ottobre alle Camere per l’avvio della sessione di bilancio. Non si preannuncia, comunque, una discussione semplice, soprattutto dal punto di vista politico. Tanti sono i temi divisivi per la maggioranza. Uno su tutti è il superamento di Quota 100.
Pensioni, l’ipotesi Quota 102
La misura – fortemente voluta dalla Lega nel Conte I – è in scadenza il 31 dicembre. E sul punto il Carroccio, per bocca del segretario Matteo Salvini, è stato categorico: nessun ritorno “tout court” al passato. La mediazione, come sempre, spetterà a Draghi.
Al momento l’ipotesi più accreditata è quella di un meccanismo sintetizzabile come Quota 102. Si tratta cioè di una fase transitoria di due anni che per il post Quota 100, in modo da non dover tornare di colpo allo scalone della vecchia legge Fornero.
Ciò significa che i contribuenti potranno per 24 mesi andare in pensione al raggiungimento ad esempio dei 63 anni di età con 39 di contributi, oppure 64 e 38. La misura, però, non piace alla Lega, che si dice contraria e punta invece ad ottenere maggiore flessibilità.
Manovra, il dibattito politico
E sembra non piacere nemmeno al centrosinistra, che invece preferisce puntare su un meccanismo più selettivo di sostegno per le donne e per chi svolge lavori gravosi. Altro fronte caldo è la distribuzione dei fondi Manovra, con Italia Viva che vorrebbe dirottare parte dei soldi per le pensioni al taglio delle tasse.
Intanto, dopo la fase transitoria di Quota 102, l’esecutivo prevede di investire circa due miliardi di euro per gli interventi sostitutivi di Quota 100. Soldi che serviranno ad esempio per ampliare la platea dei lavori usuranti ammessi nell’Ape sociale.
Ma anche per estendere il “contratto di espansione” per le aziende fino a 50 dipendenti. Misura, quest’ultima, che con determinati requisiti consente di andare in pensione fino a cinque anni prima del previsto. Anche qui, però, non mancheranno i malumori, con la Lega che chiede maggiori stanziamenti per questo capitolo.